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Care amiche single, tenetevi forte: arriva il terribilissimo Nad (Natale a distanza)

Simonetta Sciandivasci

Sarà un acceleratore di veleni, umiliazioni, torture, rancori, confronti, provocazioni, ripensamenti. Anche perché, purtroppo, anche tua nonna ha imparato a usare Zoom

Non facciamoci illusioni, amici del 25 dicembre con chi vuoi, ovverosia con il cofanetto de “Il Padrino”, una bottiglia di Nebbiolo e una vaschetta di Häagen-Dazs alla vaniglia. Il Nad, il Natale a distanza, non ci esenterà da nessun dovere e dispiacere festivo, ci braserà coscienza e pazienza quanto quello in presenza, ci dissanguerà il conto (ammesso che ce ne sia rimasto uno) quanto la retta scolastica di un figlio acquisito. Tutto come ogni anno, ma senza la consolazione di nostra madre che ci regala un pigiama (si manterrà sul frugale: quattro paia di calzini in tessuto tecnico). Libertà personale non la trionferà e la disintossicazione da piccinerie e meschinità parentali che sogniamo da giorni sarà per la prossima vita, quella su Marte, pianeta rosso bolscevico e traditor.

  

Il Nad sarà un acceleratore di veleni, umiliazioni, torture, rancori, confronti, provocazioni, ripensamenti e indurrà noi felici singolari che nel 2018 ci saremmo detti single, a radiografarci lo status economico, professionale, sentimentale, relazionale. Cara amica singolare, ora che tua zia ha imparato a usare Zoom, e così anche tuo cugino e quella sua orrida moglie affezionatissima al tuo ex, del quale è rimasta “amica e fan”, e naturalmente anche tua nonna, sorda ma ipervedente, non potrai esimerti dal collegarti con loro, da casa tua, per un brindisi, un dolcetto, un bacetto, e ti converrà far trovare in ordine non solo te stessa, ma pure il salotto, la cucina, il cesso e la camera da letto, perché tua nonna, in quanto ipervedente, chiederà di fare un giro in tutte le stanze e guai a te se non ci sarà un presepe, una lucina, un puntale, una coccarda, almeno una coccarda da qualche parte. Tua zia non ti dirà quanto sei ingrassata, anche perché sei dimagrita tanto che ti si è sfinato il mezzobusto, e figuriamoci se ti darà la soddisfazione di notarlo. E nemmeno ti chiederà con chi pranzerai o hai pranzato, che quest’anno equivarrebbe a chiederti con chi stai, quando ti sposi, quando fai un figlio, come mai non lo hai ancora fatto, ma non è che sei omosessuale e non ce lo dici, non penserai che in questa famiglia abbiamo qualcosa contro gli omosessuali, sai benissimo che quando a San Francisco mangiavano ancora sugli alberi noi eravamo già froci. Le veci di tua zia le farai tu, lei lo sa ed è per questo che tacerà: per infierire, ché non c’è evidenziatore più evidenziante dell’omissione.

 

Sarai tu, posseduta dal fantasma del Natale passato, a sottoporti al suo questionario. Sarai tu, costretta dall’evidenza pandemica, a dovere ammettere che al tuo fianco, su Skype, non c’è la famiglia che ti scegli, ma quella in cui nasci; che tra amici e consanguinei tu stessa hai preferito i consanguinei; che tua madre non è mai stata così radiosa perché, non dovendo cucinare per ventisette, s’è goduta tuo padre; che tuo padre ti ha detto con grande onestà e chiarezza che devi startene a casa tua per non esporlo a nessun rischio perché la sua famiglia è sua moglie e non tu, che dovresti essere la famiglia di un altro; che la tua migliore amica non ha mai notato che hai la presa della corrente in bagno scassata mentre a tua nonna è bastato un tour su Skype di mezzo secondo per accorgersene; che ti dispiace che dei tuoi dodici amatissimi amanti non ce ne sia nessuno collegato con te ad ascoltare il fidanzato di tua cugina che racconta di quella volta che è quasi finito in galera per contrabbando di ricci di mare a Taranto, quei ricci che poi avete mangiato tutti insieme, per salutare l’anno nuovo.

 

Il Nad metterà a durissima prova le più convinte teoriche del childfree, perché su Skype i bambini degli altri vengono bene quanto i gattini su Instagram: non puzzano, non scoreggiano, non intralciano carriere. A proposito di mici, siate caute. Le vostre amiche, persino le più sensate, per non cedere alla nevrosi depressiva del Nad e avere qualcuno da portare al brindisi di vigilia su Skype, hanno adottato un gatto, a volte anche cieco. Non cedete, per carità, ché per un animale domestico che s’accasa in seconda ondata ce ne sono due che finiscono abbandonati sul Raccordo alla fine della prima campagna vaccinale. Calma, gesso e Bridget Jones.

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  • Simonetta Sciandivasci
  • Simonetta Sciandivasci è nata a Tricarico nel 1985. Cresciuta tra Ferrandina e Matera, ora vive a Roma. Scrive sul Foglio e per la tivù. È redattrice di Nuovi Argomenti. Libri, due. Dopodomani, tre.