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Le linee guida della sessuologa ci fanno ridere. E basta

Siamo tutti in recessione sessuale, non ci salverà l'amore en plein air con mascherina

Simonetta Sciandivasci

Le battute si sono sprecate, e questo ci ha dato l’impressione che la questione ci accenda, ci coinvolga. Falso. La seconda ondata è un lento letargo, una decelerazione metabolica impercettibile ma inesorabile: cosa volete ci importi del sesso?

Sia chiaro: prima della pandemia non eravamo un mondo di focosi e irriducibili amati, amanti, amatori. Se tra un’infografica e una notizia con “choc!” o “asfaltato” o “sesso” nel titolo, non sceglievamo mai l’infografica e sempre la notizia con “sesso” nel titolo era per spensieratezza. Non ce ne rendevamo conto, e lo sappiamo soltanto adesso che non ci perdiamo un aggiornamento sull’andamento del contagio, e clicchiamo su cartine dell’Italia a chiazze, uno stivale che sembra fatto di varicella: eravamo liberi. Ora viviamo in regime di apprensione e alle fotogallery preferiamo le linee guida, ai gattini i vaccini, ai culi le mascherine.

 

La seconda ondata è una replica della prima tranne che per gli arcobaleni, gli sproni, il Grana che ci ricorda che ce la faremo, l’amministratore del condominio che ci abbona le spese del mese prossimo, la suocera di Bitonto su Zoom. La seconda ondata è un lento letargo, una decelerazione metabolica impercettibile ma inesorabile: cosa volete ci importi del sesso? Sì, certo, da tre o quattro giorni nessuno o quasi nessuno ha evitato di fare una battuta sulle linee guida della sessuologa Roberta Rossi, che effettivamente si prestavano allo sketch che ne ha fatto Luciana Littizzetto domenica sera da Fazio, e questo ci ha dato l’impressione che la questione ci accenda, ci coinvolga, ci riguardi. Falso.

 

Veniamo da anni di recessione sessuale, cosa volete che ci importi della repressione sessuale. Consiglia la dottoressa Rossi di fare l’amore in un ambiente ampio e ventilato, toccandosi il meno possibile e tenendo sempre la mascherina, e siccome non ci resta che piangere, non facciamo che riderne. In fondo non c’importa. Il sesso coniugale, che durante il primo lockdown sembrava (era, via) l’unico sesso possibile, s’era rivelato un flop già in fase uno: gli italiani avevano preferito panificare, e questo non aveva sciolto legami, anzi. Non c’è ragione di credere che d’ora in poi andrà diversamente: ci siamo stufati di detergerci, figuriamoci se non ci siamo stufati di andare a letto con un coniuge, o un congiunto non convivente che vai a sapere a chi ha stretto la mano.

I sessuologi stilano linee guida, ed è giusto, per carità, e noi ne ridiamo, non tanto per esorcismo, quanto per sollievo, come si ride guardando un film per adolescenti: sapendo che quella storia, quella tribolazione, quel dolore inutile, quella felicità ancora più inutile (ma bellissima, bellissima) per noi sono cose finite, andate, baci stellari. Amanti che s’amano a porte aperte, finestre spalancate, in ampi spazi di là da quella e sovrumani silenzi: dottoressa Rossi, ma che bella distopia – utopia la sua, che bel pentimento – sentimento. Se solo la realtà fosse meno impietosa, sarebbe stupendo e anche del tutto plausibile immaginare di passeggiare al sabato nel corso principale di una smartcity qualunque, una New York 8G, ma pure una Aosta 2.0 e una Catanzaro 2.2, dove si sentano e vedano coppie che s’accoppiano al piano terra dei palazzi.

 

Ma la realtà è impietosa, di respirare la stessa aria degli asintomatici, congiunti affiliati coniugi che siano, non ci va: di sesso, cene, amanti, amici, relazioni, molestie, aperiskype, feste su Zoom non ne vogliamo più sapere. Attenzione a Zoom: ricordatevi di spengere la telecamera, uscire dalla riunione, infilare il pc nel frigorifero quando finite il collegamento, ché Jeffrey Toobin, collaboratore del New Yorker, l’altro giorno s’è dimenticato tutto acceso e i suoi colleghi lo hanno visto masturbarsi, e così lui è stato sospeso, e chissà se sapremo mai se la sua è stata davvero una dimenticanza o, come dicono alcuni, era un innocente siparietto per imitare qualche repubblicano, o magari era la perfetta attuazione delle linee guida di una sessuologa.

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