Covid Party
Quell'inconfessabile sollievo per le feste proibite
Ammettiamolo: il lato positivo del nuovo dpcm è che ci leverà dall’obbligo di dire la verità e avvisare conoscenti e amici del fatto che siamo positivi
I giorni della disdetta sono arrivati insieme alla pioggia, l’autunno, le caldarroste, le vetrine con le prime maschere di Halloween – che quest’anno sono orrendamente tautologiche, a eccezione di quelle in cioccolata, bene rifugio. La ritirata dalla vita associata era già cominciata, anche se sottotraccia, svariati giorni prima che il ministro della Salute, Roberto Speranza, proponesse di proibire tutte le feste, incluse quelle in casa, e il governo bandisse il calcetto e gli sport da contatto, se praticati a livello non agonistico, scatenando così ardenti firmatari di petizioni e tweet, fortemente preoccupati dalla deriva autoritaria dei dpcm. Eppure, da un paio di settimane almeno, abbiamo registrato tutti un aumento sostenuto e costante delle defezioni: forfait sempre motivati da scuse parecchio creative perché quelle classiche – influenza, bronchite, emicrania – procurano ormai fama d’untori e allertano proprietari di casa, amministratori di condominio, comitati di quartiere, amanti (che pensano che il Covid sia praticamente una malattia venerea, e quindi che se lo contraggono di certo le moglie capiranno che le tradiscono – molto brillanti, brave voi per esserveli scelti).
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- Simonetta Sciandivasci
Simonetta Sciandivasci è nata a Tricarico nel 1985. Cresciuta tra Ferrandina e Matera, ora vive a Roma. Scrive sul Foglio e per la tivù. È redattrice di Nuovi Argomenti. Libri, due. Dopodomani, tre.