Premier, scienziata, direttrice, artista, ma che importa: è solo “una donna”

Micol Flammini

Su Wikipedia la biografia ironica di “une femme”

Roma. Sappiamo che la Finlandia ha una premier donna che, fino alla rielezione di Sebastian Kurz a cancelliere in Austria, era non soltanto la prima premier donna del paese, ma anche la più giovane d’Europa. Sappiamo che il Belgio, dopo tante fatiche e governi in bilico, ha un esecutivo guidato, per la prima volta, da una donna. Sappiamo che il Financial Times, dopo Lionel Barber, ha un nuovo direttore: una donna. Sappiamo anche che a capo del programma commerciale della Nasa c’è una donna. L’essere donna fa notizia e nell’annunciare il cambio di direzione nel quotidiano britannico, o la nuova guida della Finlandia o del Belgio, o la prossima carica dell’Agenzia spaziale americana, ci si dimentica di fare nomi, di raccontare storie, ed enunciare competenze. “Una donna” vale un po’ come sintesi, una sineddoche che offre titoli facili e sollievi pronti per lettori smemorati. Un riassunto estremo che fa anche gridare vittoria, sa quasi di conquista, un proclama talmente ingombrante da oscurare tutto il resto: appartenenza politica, esperienza o provenienza. La donna premier della Finlandia si chiama Sanna Marin, è socialdemocratica e prima è stata ministro dei Trasporti. La donna primo ministro del traballante governo belga è Sophie Wilmès ed è una liberale. La direttrice del Financial Times si chiama Roula Khalaf, ex giornalista di Forbes, è tra gli autori dell’inchiesta sul lupo di Wall Street, quello vero, e nel film di Scorsese c’è anche un personaggio a lei dedicato: Aliyah Farran. Kathy Lueders è il volto del programma commerciale della Nasa e il 30 maggio c’era lei a gestire il primo volo nello spazio di un privato da Cape Canaveral.

  

Dal tic della parte per il tutto non si salva nessuno, e in Francia ne è nata una battaglia a suon di hashtag e di account social che si sono chiesti se questo sottolineare il sesso, o puntualizzare il genere scrivendo in modo generico “une femme” per dire tutto, non finisse poi per sminuire i personaggi che oltre a essere donne, come i tanti uomini prima di loro, avranno anche altre caratteristiche più rilevanti.

  

“Une femme” è poi diventata una pagina di Wikipedia. Nome: Une. Cognome: Femme. Con una bio inventata in cui si cerca di raccontare la storia di questa Une Femme, Una Donna, che si ritrova a essere giornalista, presidente, banchiere, primo ministro, cosmonauta, scienziata. Qualsiasi cosa, è sempre impegnatissima. Ripercorrendo gli ultimi titoli di giornale, sulla pagina ironica di Wikipedia si scopre che è francese, italiana, lituana, greca, sudanese, iraniana, giapponese, finlandese, americana. Che ha vissuto e vive anni molto impegnativi. Per esempio nel 2015 è diventata caporedattore dell’Economist e anche primo ministro della Namibia. Nel 2020 è anche stata nominata presidente in Grecia e dal Papa sottosegretario di Stato vaticano. Non si sa con precisione quando sia nata questa Une Femme, ma gli autori della pagina Wikipedia sono sicuri che sia figlia di un’altra femme e che nel 1911 per la prima volta sia risultata vincitrice del Prix de Rome, una borsa di studio del governo francese per studenti di Belle Arti con talento. Ha vinto non pochi premi Nobel in varie discipline e, come hanno ricordato vari giornali francesi quest’anno, è stata proprio lei, proprio Une Femme, Una Donna, a scoprire il primo coronavirus nel 1964. Particolare non da poco, è estremamente longeva, incredibilmente cosmopolita e specialmente dotata. I creatori della pagina l’hanno presa con ironia, ma c’è anche chi, un titolo dopo l’altro, una campagna pubblicitaria dopo l’altra, si è arrabbiato: è possibile che qualsiasi cosa faccia una donna il primo dettaglio che viene fornito riguarda il fatto che sia una donna?

   

Une femme est une femme è il titolo di un film di Jean Luc Godard che in italiano è stato tradotto La donna è donna. I creatori della pagina di “Une Femme” devono essersi dimenticati che a questo personaggio senza nome e troppi volti è stata anche dedicata una pellicola, in cui la protagonista era interpretata da Anna Karina. Si chiamava Angela. Una donna.

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