I francobolli di Natale della Royal Mail

La Madonna con Bambino è lugubre, meglio la cassetta rossa della posta

Antonio Gurrado

I francobolli di Natale della Royal Mail diventano un caso. Quelli a tema laico vendono più di quelli con soggetti religiosi. Il portavoce dell’associazione protestante Christian Concern: “Bisognerebbe rendere la Natività più gioiosa”

Non ci avventureremo nella psicologia complessa di quell’inglese il quale, volendo a ogni costo accaparrarsi i francobolli natalizi della Royal Mail, ne ha acquistato un certo numero dal sito delle medesime poste britanniche, pagando dunque delle spese di spedizione per ricevere ciò che gli servirà per pagare altre spese di spedizione. Né indagheremo se, volendo poi protestare per questo paradosso, abbia spedito alla Royal mail una lettera cartacea utilizzando ulteriori francobolli e così via all’infinito; ci limiteremo a notare che, stando a quanto riportano i giornali, la circostanza che lo ha spinto a tali eccessi è stata la difficoltà a reperire francobolli natalizi che ritraessero la Madonna con Bambino.

 

Va premesso che a novembre di ogni anno la Royal Mail emette tradizionalmente francobolli stagionali che vengono resi disponibili negli uffici postali in vista delle feste. Questi francobolli di varia foggia e valore possono tuttavia essere distinti in due macroinsiemi: la serie a tema religioso e la serie a tema laico, rivolte rispettivamente a chi reputa che il Natale abbia a che fare soprattutto con la Natività e chi lo ritiene invece una festa connotata da neve, slittini, luci e regali più o meno kitsch. Prima che parta una crociata contro le poste britanniche per la difesa dell’identità cristiana, è bene rimarcare che i francobolli laici non hanno soppiantato quelli religiosi ma li affiancano da tempo lasciando libertà di scelta ai clienti. Le difficoltà del signore di cui sopra sono nate dal fatto che per la prima volta le vendite dei francobolli laici hanno superato quelle dei francobolli religiosi, dando adito a due scuole di pensiero.

 

 

 

Secondo la corrente liberal, si tratta infatti di un piccolo segno di come – in una nazione che le statistiche indicano ormai come maggioritariamente atea – l’atmosfera natalizia sia stata definitivamente spogliata di ogni connotazione religiosa perfino nelle sue manifestazioni più tradizionaliste; poiché in effetti non si può presumere che il pubblico che compra francobolli a tema per spedire biglietti d’auguri sia composto da innovatori e rivoluzionari. Secondo la corrente cristiana, al contrario, si tratta di un disegno della Royal Mail che avrebbe di proposito – in una nazione cesaropapista, in cui il sovrano è anche capo della religione di Stato – occultato i francobolli religiosi o meglio stampato un numero inferiore di essi, rendendoli rapidamente irreperibili allo scopo di diffondere quelli laici e cancellare Gesù dal Natale postale.

 

Ora, a persone di buon senso è probabile che la spiegazione appaia collocarsi da qualche parte nel mezzo. I francobolli messi in vendita quest’anno vengono da due differenti partite. Quelli religiosi propongono variazioni sul tema della Madonna con Bambino, tradizionalmente utilizzato dalla Royal Mail per l’occasione, e risalgono alla selezione effettuata lo scorso anno: comprendono la piccola Madonna Cowper di Raffaello, una generosamente attribuita a David Gérard, una delle varie Madonne barocche del Sassoferrato, la Madonna con Bambino di William Dyce (1845) e, francobollo più costoso per il quadro forse meno riuscito, un particolare del San Luca che dipinge la Vergine di Eduard Jakob von Steinle (1851). Nello stesso 2017, per quel che concerne la serie laica, era stata tentata la strada dei francobolli naïf affidandosi a un concorso fra bambini. Premiati dal principe di Galles, il decenne Ted aveva disegnato un Babbo Natale e la novenne Arwen quattro pupazzi di neve. Entrambi avranno vite abbastanza lunghe da far dimenticare l’incresciosa fama guadagnata con pastelli di cui si vergogneranno dall’adolescenza in poi. Fatto sta che a novembre la Royal Mail ha deciso di mantenere i francobolli religiosi dello scorso anno ma di sostituire quelli laici con l’opera di un illustratore professionista, Andrew Davidson, il quale ha prodotto delle stupende elaborazioni vintage sul tema della tipica cassetta postale rossa sotto la neve.

 

 

 

Non sorprende dunque che i nuovi francobolli laici vendano più dei vecchi francobolli religiosi: come opera d’arte originale possono far più gola a collezionisti e utenti medi rispetto vecchi quadri, non sempre eccelsi, le cui riproduzioni sono in circolazione dall’anno scorso. Se non che il Daily Telegraph – il quotidiano più vicino ai conservatori nonché il più incrollabile segugio in materia di questioni postali, tanto da avere dedicato un appassionante reportage al riciclo di francobolli non timbrati messi in vendita a prezzo ribassato su eBay – ha raccolto le dichiarazioni del portavoce dell’associazione protestante Christian Concern. Costui, non contento di trarre conclusioni apocalittiche dalla sostituzione di Gesù Bambino con una cassetta della posta, si è lasciato andare a proposte di design che, queste sì, sono il vero punctum dolens di tutta la storia. Gli artisti che si dedicano ai temi laici, ha spiegato, sono più bravi o più creativi di quelli che si dedicano ai temi religiosi; quanto al Natale, i soggetti laici risultano più gioiosi di quelli, seriosi o talvolta lugubri, tratti dalla tradizione religiosa.

 

Per questo, conclude il bravo difensore della fede, bisogna ripensare il design dei francobolli religiosi sulla base del fatto che “nella storia del Natale ci sono molti elementi visuali” e che “con la storia del Natale si può essere molto creativi”. Non ci avventureremo nel coraggioso sottinteso del suo ragionamento, che implicitamente accusa Raffaello, il Sassoferrato e secoli interi di pittori sacri di avere meno inventiva degli artisti ai quali viene commissionato un tema libero; né indagheremo perché la Madonna con Bambino vada considerata lugubre o cosa dovrebbe fare per risultare più gioiosa. Ci limiteremo a notare che la pretesa di voler essere creativi con la Natività è poco cristiana, poiché il fedele trae consolazione e speranza dalla reiterazione rituale dell’evento irripetibile dell'incarnazione; ma, soprattutto, che prendere la Natività e renderla più vendibile per mezzo dell’introduzione di elementi iconici avulsi (lui propone “i re magi, i pastori, la mangiatoia, gli angioletti”) ha lo stesso valore che prendere un francobollo e renderlo più vendibile disegnandoci sopra una cassetta postale rossa.

Di più su questi argomenti: