Serie A, il buono e il cattivo L'inizio perfetto di Benitez e i primi guai di Allegri Non è facile collezionare trofei in giro per il mondo, lui li ha tutti: manca la Coppa delle Coppe soltanto perché l'hanno abolita. Per questo Aurelio De Laurentiis l'ha scelto. Perché Benitez è uno che sa vincere, anche se indossa calzini imbarazzanti. Ha già profuso l'abituale bravura nel gestire la squadra, quella che Moratti non ha voluto concedergli e che invece De Laurentiis gli ha garantito. Una gestione del gruppo che, invece, è improvvisamente diventato il cruccio di Max Allegri. Sopravvissuto alle voglie di cambiamento berlusconiane, il tecnico si è messo al lavoro da ottimo artigiano qual è. Sandro Bocchio 26 AGO 2013
Ecco i sette eroi della guerra al Monopoly contro l’Umorista collettivo Onore alla Brigata leggera, onore ai sette deputati del Pd che con una lettera all’ambasciatore degli Stati Uniti hanno dichiarato guerra al nuovo Monopoly, dove il mattone cederà il passo alla speculazione in Borsa e i manigoldi la faranno franca, perché non ci sarà più la casella della prigione. Onore ai sette eroi, e non tanto perché hanno sfidato la multinazionale del giocattolo Hasbro, ma perché si sono offerti a petto nudo al fuoco dell’Umorista collettivo che presidia la valle dei social network con schiere ben più folte e agguerrite dei russi a Balaklava. Un nuovo Tennyson celebrerà un giorno la loro impresa Guido Vitiello 23 AGO 2013
La fine delle vacanze Ci risiamo. La rapida parabola volge al termine e nella sua parte finale trova i suoi momenti più stressanti ma anche gli attimi di più struggente nostalgia. Che siate rimasti a casa o siate appena tornati da Tahiti non mancate di buttare lì qualche perla sulla fine delle vacanze. Andrea Ballarini 23 AGO 2013
Bohème addio E’ finita la bohème. Non potremo più vivere al di sopra delle nostre possibilità, rovinarci per una donna, o per una borsa, impazzire per una notte, comprare mille camicie di tutti i colori per far commuovere una Daisy da Grande Gatsby. Arriverà un funzionario dell’Agenzia delle Entrate a dire: il cervellone ha rilevato che lei queste camicie non se le può permettere, e nemmeno questo viaggio a Parigi, per non parlare della pessima idea di quella bottiglia di champagne vicino al Pont Neuf. Il computer ha stabilito che lei è molto probabilmente un evasore fiscale. 20 AGO 2013
L’estate urlante dei grillini, da grande onda a innocuo ingombro Forse, tra la notte di san Lorenzo e la mattinata di ferragosto, delle famose cinque stelle almeno due o tre sono andate. Si alza il volume, tra i cittadini eletti; si eleva la posta, tra i cittadini portavoce; si issano nuovi bersagli, nel fervore movimentista. E si abbaia, soprattutto, alla luna. Da gran sorpresa, da grande onda, si sta trasformando, il grillismo del 25 per cento, nel grande innocuo ingombro. Prima l’attenzione era spasmodica, a ogni sospiro di ogni singolo eletto – e a ogni singolo sdegno, singolare degnazione – adesso si sta a un passo dall’alzata di spalle. Redazione 15 AGO 2013
Le parole invincibili Sabato sera, agosto. Roma. Interno casa. Correzione: esterno. Terrazzo casa. Gruppo di amici democratici metropolitani. Cena. Voci. “Così si può fumare…”. “Beh, svapare si può svapare pure in casa…”. “La macchinetta, mica il Toscano. Mi sembrate tutti col termometro in bocca”. “A proposito: avete provato l’aroma alla liquirizia?”. “Riconosciamolo: una grande invenzione, le e-cig”. “Vero…”. “Niente di meglio, finora, dopo Gutenberg e lo slow food…”. “Mah, io continuo a farmi le sigarette con il tabacco”. “Il tabacco? Ancora col tabacco…”. “Sì, ma questo è biologico… Lo producono i nativi americani, col cazzo che do i soldi alle multinazionali!”. “Ma si è messo a fare la pubblicità alle e-cig pure er principe! Nun lo so, fumamo monarchico, adesso?”. Stefano Di Michele 11 AGO 2013
Tempi e modi di Via XX Settembre complicano la vita a Letta La scelta inusuale del ministero dell’Economia di rendere pubblico un dossier sull’imposta municipale crea al governo Letta più grattacapi di quanti ne giustifichi un dossier marginale nell’economia complessiva degli aggregati di finanza pubblica, dove la tassazione sul lavoro – per esempio – ha ben altra grandezza. Di Talleyrand, il ministro che di corridoi e potere s’intendeva come pochi altri, è nota l’espressione “E’ peggio di un crimine: è un errore”. Parafrasando il celebre statista francese, vien da dire che la ricerca di Via XX Settembre sull’Imu è peggio di un dossier: è un errore. di Francesco Galietti Redazione 09 AGO 2013
Vip & profughi Re a parte, Mission non è un reality. La trasmissione della Rai, quella coi i vip-buana messi a favore di telecamera in un campo profughi mentre preparano la pappa agli ultimi della terra non è uno show. Re a parte, infatti, perché tra i protagonisti di questa vetrina sentimentale c’è – manco a dirlo ?– Emanuele Filiberto di Savoia, Mission ancora non c’è. Re a parte dunque, con questo vecchio ragazzo che – sia detto una volta per tutte – disonora in Africa l’unico suo parente degno, ossia il duca d’Aosta, invitto eroe del deserto, Mission è comunque, con Berlusconi, il giudice Esposito e il mostro di Lochness, nuovamente apparso, tra gli argomenti ghiotti del solleone. 08 AGO 2013
Aggiungi un Post a tavola Amazon è differente da come siamo convinti che sia fatta: non è un business ad alto rendimento, non è un miracolo finanziario da Silicon Valley, non sta restituendo indietro un guadagno favoloso a fronte di un investimento iniziale modesto, non è una favola per geek (anche se l’idea è partita da un garage di Seattle) E’ più vero il contrario: è un commercio duro, organizzato con una logistica di ferro (i famosi centri di smistamento con gli addetti che corrono tra i banconi con le scarpe da ginnastica) e con margini di guadagno risicati, che sono tenuti scientificamente sotto il due per cento perché il fondatore e padrone Jeff Bezos vuole che sia così e se ne infischia dei rapporti quadrimestrali sui profitti – che invece sono tenuti d’occhio dagli investitori speranzosi di Wall Street. 07 AGO 2013
Notturno nerazzurro Perché poi che cosa se ne va davvero, come una dissolvenza nei colori della notte, “il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle”, che cosa svanisce davvero della sponda inquieta e folle del balùn meneghino, se Massimo Moratti, il petroliere della Milàn di sciuri, che al Forte gira in bicicletta come un vero sciur de Milàn, vende davvero la sua Inter (mah, chissà, è ancora 12X), e non a un suo pari o a un suo dispari, ma al giovane tycoon indonesiano? Le carte son pronte e le garanzie bancarie pure, è arrivato in città Erick Thohir, con i suoi trecento milioni di euro in saccoccia pronti subito per il 75 per cento di un reame nobile del piccolo mondo antico, ma assediato dai debiti. Maurizio Milani Piangere fisso per Luisito Suarez e non per la fame nel mondo 27 LUG 2013