Il potere del passato Quando ritrovò la catenina di sua madre vicino alla porta di casa, Helen capì che era stata uccisa. Era il 1972, a Belfast, mancava poco a Natale, Helen era una ragazzina, aveva nove fratelli e suo padre era morto. Sua madre, Jean McConville, fu portata via dall’Ira davanti ai suoi occhi, dopo due settimane ci fu quel ritrovamento ma ancora oggi non si sa chi la portò via, chi la uccise, chi la seppellì (il corpo fu ritrovato nel 2003), e perché. Fu uno degli episodi più brutali di quei trent’anni drammatici che nell’Irlanda del nord sono noti come “Troubles”. Redazione 03 MAG 2014
Arbitro cornuto Tra Rosetti e Farina Ma perché i vertici dell’Aia non vogliono Roberto Rosetti a capo dei fischietti della prossima serie A? Semplice, perché non hanno ancora mandato giù la sua frettolosa fuga (dorata) a Mosca, mollando i cadetti dopo appena un anno di lavoro. Ora, finita lo scorso Natale l’esperienza moscovita, l’arbitro torinese – che nel 2008 diresse in modo egregio la finale degli Europei tra Germania e Spagna – è pronto a tornare in pista per un posto che conta. di Quarantino Fox Redazione 29 APR 2014
De Mita da Nusco a Nusco E’ l’ultimo della sua specie. Il Supremo Superstite. L’ultimo grande democristiano che ancora attraversi il continente emerso dopo la glaciazione dell’èra del Biancofiore – l’altro è Forlani, che però la penombra quietamente preferisce, e con essa il silenzio e l’invisibilità. Invece Ciriaco c’è. L’ultimo dei democristiani che ebbe tra le mani un potere immenso – che come il Berlusconi fu lodato, come Monti considerato, come Renzi celebrato (e anzi, come Renzi tutto sommò: partito e governo): “A’ Cirì, dicci qualcosa”. Qualsiasi cosa, Cirì – dallo spizzichino alla globalizzazione, illuminaci, Cirì. Luigi Ciriaco De Mita è un superbo mammut (e mammut è detto qui a motivo di stupore, come potrebbe dirsi del bue primigenio, come di uno pterosauro: stupore di bestia non più vista, complessa, dall’elaborato Dna, altro che il modello basico ruminante che ora si aggira), e pure un grande migratore, che il mondo ha girato, e che sul luogo d’origine al tramonto torna: come saggia testuggine che va a depositare le uova nel luogo esatto dove lo stesso suo uovo di schiuse. Stefano Di Michele 28 APR 2014
Il buono e il cattivo Il bastone di Mihajlovic e i bilanci di Guidolin Sinisa Mihajlovic è una di quelle persone che fa la gioia dei giornalisti. I concetti non sono banali, gli atteggiamenti non lasciano indifferenti. Non è mai accomodante, parla e agisce per colpire, come gli capitava quando giocava. Ogni portiere sapeva perfettamente in che modo avrebbe calciato un angolo oppure una punizione, ogni portiere era costretto ad arrendersi. Perché le parabole erano uguali a se stesse ma comunque differenti, pronte a recapitare un'insidia quando uno meno se lo aspettava. Come avviene oggi, che Mihajlovic è diventato allenatore. Chi se lo trova di fronte, sa con chi a che fare. Eppure c'è sempre qualcosa di nuovo, che lascia spiazzati. Sandro Bocchio 28 APR 2014
Giovanni XXIII Questo Papa non gli piace. Lo fanno santo, domani, ma meno che meno gli piace. Tanto poco gli piacciono, questo Papa e la sua canonizzazione, che in mezzo ai cori di giubilo universale di questi giorni s’è invece preso la briga di spiegare – in punta di dottrina e di teologia e rispettoso, ci tiene a dirlo, dell’istituzione e delle sue decisioni – perché in certi casi “eccezionali” anche la gloria degli altari può essere messa in discussione. Il professor Roberto de Mattei è uno storico e un cattolico tradizionalista, che si ispira alla “scuola romana” teologica di Brunero Gherardini e di Cornelio Fabro. 27 APR 2014
La casamatta aspetta il Cav. Potrebbe leggervi dei libri. “Libri? Qui seduti ci leggiamo i volti. Le storie vere. Un romanzo che non finisce mai”, e il sorriso di ottantenne s’allarga incerto su due file di denti anneriti dal fumo di troppe sigarette. Che lavoro faceva lei? “Ero ferroviere. Comunista”. Gli ospiti di questo gran ricovero sudmilanese s’incontrano al bar, siedono fuori, al sole. E’ come la piazza d’un piccolo paese, il centro della vita sociale. Il barista, che è un meridionale suadente e garbato, serve acqua gassata alla spina e Ginger, anzi “gingerino”, bevanda analcolica che ricorda il brivido inebriante dell’Aperol o del Campari, “a ciascuno il suo vizio”, dice sorridendo, mentre riempie ancora un bicchiere con questo liquido rosso, zuccheroso e innocuo. Qualcuno gioca a briscola. 20 APR 2014
Tutte le Pasque del mondo Luis Buñuel era un regista famoso per l’anticlericalismo delle sue opere e che amava definirsi “ateo per grazia di dio”. Vittorio Messori è invece un apologista cattolico dei più noti. Eppure un peculiare legame esiste fra i due per via di Calatrava, località dell’Aragona di circa 4000 abitanti. A Calanda, infatti, avvenne la vicenda narrata a Messori nel suo libro del 2000 Il miracolo: storia del giovane contadino Miguel Juan Pellicer, cui la gamba destra amputata sarebbe stata rattaccata per intercessione della Vergine . Ma Calanda è anche il luogo natale di Buñuel, cui è dedicato il Centro Buñuel Calanda , con museo permanente e un festival annuale. E a Calanda il Venerdì Santo i tamburi suonano ininterrottamente per 24 ore, secondo una tradizione in ricordo di un antico segnale di allarme del tempo della guerre contro i Mori . Maurizio Stefanini 20 APR 2014
One man show a Mosca Putin ha una coreografia perfetta per spiegare che l’Ucraina è Nuova Russia Una regia perfetta, meglio delle Olimpiadi di Sochi. Alla sua dodicesima linea diretta con i russi, quattro ore a reti unificate, Vladimir Putin è un “one man show”, l’unico in Russia a essere al centro dell’attenzione, indicare la via, punire, premiare e intrattenere, l’ultima istanza di milioni di russi che gli hanno inviato domande, suppliche, esortazioni, lamentele e ringraziamenti. Ma se negli anni precedenti appariva come un incrocio tra supermanager e Babbo Natale, stavolta, al massimo storico della popolarità, è il padre della nazione che ha riportato a casa la Crimea. Circondato da tutto il suo pantheon di divinità minori: dai poliziotti Berkut che dopo aver sparato sul Maidan sono passati con la Russia, agli intellettuali firmatari di appelli di regime, a Edward Snowden che fa una domanda in inglese e mette in imbarazzo il presidente che non vuole ammettere di non aver capito. Leggi anche Raineri Ricomincio da Kiev Redazione 17 APR 2014
La spietata verità Pubblichiamo il discorso che Ayaan Hirsi Ali avrebbe dovuto tenere alla Brandeis University in occasione del conferimento di una laurea honoris causa. Una rivolta dei docenti e degli studenti contro “l’islamofobia” di Hirsi Ali ha costretto l’università a ritirare il titolo. di Ayaan Hirsi Ali Redazione 15 APR 2014