Messaggere di morte Nessun pentimento nelle donne che Israele libera per riavere Shalit Israele ha amnistiato un totale di 924 ergastoli per avere indietro il soldato Gilad Shalit. Fra i nomi della lista dei 477 detenuti palestinesi che Gerusalemme s’appresta a scarcerare ci sono guerriglieri invecchiati come Nail Barghouti, in carcere da trent’anni, o Abed al Hadi Ganaim, che nel 1989 scaraventò un autobus israeliano da un dirupo, uccidendo sedici persone. Svettano le menti di alcuni degli attentati più sanguinosi: Walid Anajas uccise una dozzina di israeliani al Moment Café di Gerusalemme; Abdul al Aziz Salaha fece a pezzi due riservisti israeliani a Ramallah. 18 OTT 2011
Checkpoint Cairo Kristen Chick è corrispondente per il Christian Science Monitor, è appena tornata da Gaza, dove “in un anno non è cambiato nulla, soltanto le bandiere verdi di Hamas sono più sbiadite e più lacere e sì, un’altra cosa è cambiata: la popolazione non ne può davvero più del Partito islamico palestinese”. Ragioni pratiche: l’amministrazione è una delle peggiori che ricordano, anche perché si porta via con le tasse più della metà dei guadagni di ogni famiglia e non offre lo stesso livello di prosperità dei vicini che abitano nella Cisgiordania sotto il controllo dell’Anp. 16 OTT 2011
Benvenuto Barenboim La notizia che Daniel Barenboim sarà il nuovo direttore artistico della Scala e che il suo amore – corrisposto – per il nostro maggiore teatro d’opera è stato coronato da nozze in piena regola è un’ottima notizia. Del maestro nato in Argentina e dal 1952 vissuto in Israele, tutto è ormai leggendario: dal talento immenso – come pianista, fin da quando debuttò in concerto a Buenos Aires a sette anni, e come direttore – al legame con la moglie, la famosa violoncellista Jacqueline du Pré. Redazione 15 OTT 2011
Quale testa rotolerà al posto di Shalit? Morti o vivi, Israele ha promesso: nessun soldato resta indietro "Figlio mio, torna a casa presto, stiamo diventando vecchi”, ha detto il padre di Yehuda Katz, uno dei tanti avieri israeliani “missing”, scomparsi nelle mani dei terroristi che guerreggiano con Israele. L’angoscia di questo padre è oggi il risvolto della gioia composta con cui Noam Shalit ha accolto l’imminente liberazione del figlio Gilad. Il generale canadese E. M. Burns disse che non riusciva a comprendere come un intero paese, Israele, potesse “impazzire” per un proprio soldato prigioniero 13 OTT 2011
Un prigioniero politico sta morendo al Cairo. “Sto con Israele” Maikel Nabil Sanad è oggi al quarantaduesimo giorno di sciopero della fame dentro una prigione del Cairo. Secondo chi ha potuto vederlo è in pericolo di vita, ma giura che non interromperà il digiuno fino a quando non sarà liberato. Considerato che è malato di cuore e che il 10 aprile è stato condannato da un tribunale militare a tre anni di carcere, lui che pure è civile, ma questa è la norma, rischia di diventare il primo prigioniero politico a morire dopo le dimissioni del presidente Hosni Mubarak a febbraio. 04 OTT 2011
Standing ovation, ma ora i palestinesi devono tornare a trattare Efraim Halevy è stato capo del Mossad israeliano fra il 1998 e il 2002. Ora è convinto che l’azzardo di ieri di Abu Mazen alle Nazioni Unite, con la richiesta di dichiarare stato la Palestina, finirà per essere un gigantesco regalo a Hamas. La richiesta al Consiglio di sicurezza – dice Halevy – è destinata ineluttabilmente a infrangersi contro il muro del veto americano, che è l’unica certezza di questa Assemblea generale dove il presidente Barack Obama ha pronunciato uno dei discorsi più filo israeliani della sua storia. Leggi Perché nella piazza di Ramallah è meglio non parlare di Obama - Leggi il blog Zakor Redazione 23 SET 2011
Israele prova a trattare, ma la Palestina vuole il riconoscimento dell'Onu Dopo i blitz notturni dei diplomatici americani, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha provato a mandare un messaggio a distanza ad Abu Mazen per abbandonare la richiesta di riconoscimento dello stato palestinese all’Onu: “Offro al presidente Abbas la possibilità di lanciare negoziati di pace”, ha detto. Leggi l'intervista a Yossi Klein Halevi “L’Onu istiga contro Israele” - Leggi Perché con il voto all’Onu per lo stato palestinese il medio oriente cambierà per sempre - Leggi No a uno "stato" palestinese dal blog Zakor Redazione 20 SET 2011
“L’Onu istiga contro Israele” “Un progetto totalitario per criminalizzare Israele e fare degli ebrei i più grandi violatori del mondo”. Così Yossi Klein Halevi, figura di spicco della classe intellettuale israeliana, politicamente un “centrista”, politologo dello Shalom Hartman Institute di Gerusalemme, editorialista di Wall Street Journal, New York Times e New Republic, definisce la richiesta palestinese di indipendenza che verrà presentata questa settimana al Palazzo di Vetro. 20 SET 2011
Se Hamas svela il trucco Hamas ha spiegato con crudezza il trucco che regge la richiesta di Abu Mazen di associare la Palestina all’Onu quale stato all’interno dei “confini del 1967”: non è vero che i palestinesi sono uniti dall’accordo per un governo nazionale stipulato a maggio e soprattutto non è vero che Hamas sia disposto a partecipare a un governo che riconosca l’esistenza di Israele. Ismail Haniyeh, premier del governo di Gaza, ha definito la mossa di Abu Mazen, presidente dell’Autorità nazionale palestinese (che governa soltanto la Cisgiordania), “una avventura politica pericolosa". Redazione 20 SET 2011