Appello per il prigioniero politico Oscar Elias Biscet, il “negro olvidado” che non dimentichiamo C’è un uomo che è divenuto un mito, una leggenda. Che ci guarda ogni giorno da magliette e gadget vari, in quasi tutto il mondo. Che ha un volto bello, virile, e duro. La cui fama è stata garantita da un miliardario italiano che voleva divenire anch’egli ispiratore di guerriglie rivoluzionarie, e che ne ha diffuso una foto, destinata a divenire leggendaria. Il suo nome è Ernesto Che Guevara. Forse è il caso di rimuovere un idolo. Di rivisitare una mitologia. Redazione 16 SET 2010
“Fate la storia senza di me” La storia di Alberto “Albertino” Bonvicini Berlanda arriva a Venezia stasera sotto forma di documentario (scritto e diretto da Mirko Capozzoli e prodotto da Four Lab), e forse può essere raccontata a partire dalla foto che a un certo punto del film compare sullo schermo: c’è Alberto con uno strano copricapo celtico, i capelli sottili che spuntano sulla fronte, la bocca nascosta dal braccio e un sorriso indecifrabile sul volto da folletto (saggio? scanzonato? malinconico? angelico? beffardo? felicemente certo della fugacità del momento?). 09 SET 2010
Summa Haeresium Se io fossi Papa dovrei sopportare anche Luigi Maria Verzè (così si firma sul Corriere), invece come cristiano semplice mi è consentito mostrare tutto il mio disgusto verso la Summa Haeresium che il fondatore del San Raffaele ci ha propinato ieri sullo stesso giornalone gnostico-borghese sul quale, poche pagine dopo, Emanuele Severino e Armando Torno hanno annunciato che “Dio è d’accordo con il serpente”. 03 SET 2010
Andrea Agnelli Andrea Agnelli guarda davanti a sé. A sinistra ha Beppe Marotta, ancora più a sinistra ha Jean-Claude Blanc. Non parla nessuno. Ancora lo sguardo dritto, sul campo del Bari dove la Juventus sta perdendo alla prima giornata del campionato. Che pensa, Andrea? Che fa? La Juve è un problema è il primo a saperlo. E’ affetto, amore, famiglia, business, storia, passato, gioie, dolori. Ora il problema è un suo problema. Beppe Di Corrado 03 SET 2010
Il calcio sporco e cattivo Perfino in Inghilterra, generalmente restia ad ammettere i meriti altrui, i magazine specializzati hanno salutato con ammirazione la campagna italiana di Sky che presenta gli alter ego brutti dei calciatori più famosi sulle pagine dei giornali, sui manifesti 6x3, sugli schermi televisivi e perfino alla radio, dove non si vede nulla e bisogna mettersi d’impegno per capire chi è brutto e chi no. Antonio Gurrado 30 AGO 2010
Ecco a quali squadre non tornano i conti nella nuova serie A Media spettatori tra le più basse d’Europa, seri problemi d’ordine pubblico, nonostante i provvedimenti legislativi degli ultimi anni, stadi fatiscenti, a parte qualche eccezione, business incentrato sui diritti televisivi. Ecco, in poche righe, tutto il “fascino” della serie A, che prende il via sabato in attesa del sesto scudetto consecutivo dell’Inter, avversari dissolvendo. Francesco Caremani 28 AGO 2010
Un Marchionne di fabbrica/ 3 “La Fiat a Melfi ha torto. Ma il problema è quello più generale delle relazioni industriali che non funzionano. E non funzionano per colpa di un’unità sindacale che non c’è più, tra chi vuole firmare tutto e chi non vuole firmare più niente”. Anche con l’intervistatore del Foglio, Antonio Pennacchi tiene a ricordare la sua grande stima per Diego Armando Maradona e Pasquale Squitieri, “perché sono gli unici che quando i giornalisti si affacciavano al cancello di casa, loro pum, e sparavano addosso!”. Maurizio Stefanini 26 AGO 2010
Il destino dei campioni nazionali A un certo punto il talento diventa la targhetta su una porta. Una qualifica, un ruolo, una definizione, cioè tutto quello che di talento non ha bisogno. Il calcio succhia il genio per sputare un compito che sembra importante e invece alla fine è inutile. Roberto Baggio capo del settore tecnico della Federazione italiana giuoco calcio. Che cos’è? Non lo sa neanche lui. E’ il contenitore modellato male per contenere un genio incontenibile. Beppe Di Corrado 14 AGO 2010
La trattativa Che cosa deve fare il Cav. per ottenere dai finiani l’appoggio per governare Una maggioranza che non è più tale e un’alternativa che non esiste, a meno di mettere insieme un’armata Brancaleone che peraltro avrebbe la maggioranza in un solo ramo del Parlamento. Situazione simile, è stato osservato, a quella in cui si trovò, per effetto di un risultato elettorale ambiguo, Romano Prodi alla sua seconda esperienza di governo (anche se in quel caso la maggioranza era salda alla Camera e dubbia al Senato). Prodi tirò avanti due anni, subendo anche sconfitte gravi, come quella sulla politica estera, ma riuscì a mantenere un precario equilibrio per un tempo abbastanza consistente. Redazione 13 AGO 2010