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Editoriali
Bill Gates e l'addio al catastrofismo climatico
Alla vigilia della COP30, il fondatore di Microsoft scrive sul New York Times che il climate change non ci distruggerà. L'effetto serra comporta certamente pericoli, ma “non porteranno alla scomparsa dell’umanità” e critica l’allarmismo sull’aumento della temperatura globale
Le buone riflessioni, magari alla vigilia di compiere 70 anni, sono sempre le benvenute. Anche se volendo pignoleggiare si potrebbe dire che quelle di Bill Gates sull’ambiente sono un po’ tardive. Celebre una sua TED conference del 2010 (che suscitò anche qualche polemica in tema di demografia) in cui presentava progetti indispensabili per ridurre l’impatto della CO2. Nel 2021 ha pubblicato un libro minaccioso giù dal titolo, “Clima. Come evitare un disastro. Le soluzioni di oggi. Le sfide di domani”. Ma va detto che le idee di Gates in materia green non sono mai state del tipo anti scientifico-anti storico: ha sempre esaltato la ricerca di tecnologie più efficienti, con un eccesso semmai di dogmatismo sulla richiesta di politiche dirigiste.
Allo stesso tempo la sua personale influenza nel sistema dei media, e i suoi ingenti finanziamenti, hanno avuto un peso innegabile sull’elaborazione dell’ideologia (più che scienza) green che domina a livello globale. Ora però una svolta, già battezzata da qualcuno “voltafaccia”. In un intervento sul New York Times il fondatore di Microsoft scrive che l’effetto serra comporta certamente pericoli, ma “non porteranno alla scomparsa dell’umanità” e critica l’allarmismo sull’aumento della temperatura globale. Una frase colpisce soprattutto: “Il cambiamento climatico avrà serie conseguenze, particolarmente per coloro che vivono nei paesi più poveri”, ma il surriscaldamento “non è il modo migliore per misurare i progressi sul clima”. Parole che suonano a smentita di tutti i catastrofisti. Con saggezza Gates muove una critica fatta di pragmatismo: “Le prospettive apocalittiche spingono una gran parte dei difensori dell’ambiente a concentrarsi troppo sull’obiettivo di ridurre a breve termine le emissioni nocive”. E questo, avverte, “distoglie risorse dalle iniziative più efficaci che dovremmo prendere per migliorare la vita in un mondo surriscaldato”. Più scienza e meno apocalisse. Chissà se la sua riconosciuta influenza di pensiero sarà apprezzata anche questa volta.
Cattivi scienziati