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Editoriali
La pillola magica di Trump e Kennedy per l'autismo
L'Amministrazione americana accelera frettolosa l’approvazione di un farmaco sperimentale. Gli avvertimenti del Centers for Disease Control and Prevention
Non prendete il Tylenol se aspettate un bambino, dice la Casa Bianca, soltanto se la febbre è molto alta è concesso, altrimenti il rischio di autismo nel nascituro è estremamente alto. Così l’Amministrazione Trump vuole contrastare l’autismo “fuori controllo”, anche se le basi scientifiche non ci sono, così come non ci sono quelle relative ai collegamenti tra vaccini e autismo. Ma ora che il più grande sostenitore di queste teorie, Robert Kennedy jr, è diventato segretario alla Sanità, i vaccini non sono più obbligatori – così il morbillo è fuori controllo – e l’utilizzo dei farmaci è diventato discrezionale.
Così via il paracetamolo, cioè il Tylenol, senza una ragione fondata ed ecco che arriva il Leucovorin, che ha dato qualche segnale positivo nella cura dell’autismo ma che Kennedy vuole fare approvare con una procedura accelerata, che genera più di una perplessità nella comunità degli esperti. Il principio del Leucovorin è il folato, una vitamina del gruppo B9, che il nostro corpo non produce ma che aiuta la formazione dei globuli rossi e la sintesi delle proteine e che, in alcuni casi studiati di autismo, arriva più lentamente al cervello, causando problemi cognitivi e nella comunicazione. La speranza nei confronti dei folati è concreta, ma anche il Centers for Disease Control and Prevention, il centro di controllo della Sanità americano, dice che il farmaco e il suo utilizzo per l’autismo è ancora nella fase di sperimentazione. Ma Kennedy e Trump vanno di fretta, levano di torno chi non la pensa come loro – come è accaduto al Centro per il controllo delle malattie e la prevenzione – e guardano a questi farmaci come se fossero delle pillole magiche, mentre sfaldano le basi della salute degli americani, con la conseguenza che malattie debellate da tempo sono già tornate.



Cattivi scienziati