L'intervista

"Sull'epidemia la politica tratti le persone da adulti". Parla Vespignani

Luciano Capone

“Su Omicron tanti errori di comunicazione. Trattare i cittadini da bambini dicendo mezze verità è controproducente: non esiste il bianco o il nero, ma trade-off e compromessi che i governi devono spiegare. Grazie ai vaccini viriamo verso una situazione più tranquilla”. Intervista all'epidemilologo

Un concetto che ci tiene a esprimere Alessandro Vespignani, epidemiologo computazionale e direttore del Laboratory for the Modeling of Biological and Socio-technical Systems alla Northeastern University di Boston, è che per vincere la lunga partita contro il Covid “la cosa migliore è trattare i cittadini da persone mature, dicendo con chiarezza come stanno le cose. Trattarli da bambini, dicendo mezze verità o fissando traguardi effimeri, diventa controproducente”.

 

Il contraccolpo può essere una perdita di fiducia nelle istituzioni e anche nella comunità scientifica. C’è bisogno di adulti nella stanza, insomma, ma consapevoli che sono adulti anche quelli fuori. “Si sapeva che con Omicron i casi sarebbero aumentati enormemente e che questo avrebbe messo sotto pressione i sistemi sanitari – spiega l’epidemiologo –. E si sapeva che da metà gennaio ci sarebbe stata un’inversione di tendenza. C’è stato un problema di comunicazione: si poteva dire prima che ci sarebbero stati centinaia di migliaia di casi al giorno e che avremmo fatto affidamento sulle vaccinazioni, sul sistema sanitario e su una serie di eventuali correzioni. Se fosse stata illustrata una strategia, la gente non avrebbe reagito con gli occhi sbarrati all’impennata di contagi". 

 

E cosa succederà nei prossimi mesi? “Non si fanno previsioni oltre le quattro settimane – precisa Vespignani – ma ci stiamo avviando verso una situazione più tranquilla e dovremmo usarla per creare un sistema più robusto per affrontare eventuali sorprese”. Negli Stati Uniti è stato ridotto l’isolamento dei positivi a 5 giorni. La direttrice del Cdc e Tony Fauci, in genere molto rigorosi, hanno detto che stavolta si è deciso anche in base a ciò che realmente le persone sono in grado di tollerare. Una resa? “Queste decisioni vengono prese insieme da epidemiologi, virologi, ingegneri, psicologi, economisti e scienziati sociali perché serve una valutazione complessiva. Le regole devono tenere conto di ciò che nella realtà puoi fare concretamente, non puoi chiedere un molecolare a tutti se non puoi farlo. Devi valutare le risorse che hai e ciò che è socialmente sostenibile, altrimenti che te ne fai di linee guida ‘perfette’ che non sei in grado di attuare o che la gente non segue?”.

 

Per i positivi asintomatici negli Usa bastano 5 giorni di isolamento e 5 di mascherina, in Regno Unito 5 giorni di isolamento e doppio tampone, da noi 7 giorni e tampone... “Sono tutte politiche che guardano i numeri sulla coda di contagio che lasci fuori. Ancora una volta, non c’è bianco o nero: c’è un trade-off tra quarantene socialmente accettabili e sicurezza. Ogni soluzione tollera una certa coda di infezioni, che dipende da tante cose. Anche, ad esempio, dai soldi che hai per pagare le persone che restano a casa. Non bisogna guardare a singoli aspetti, ma alle cose nel loro complesso”.

 

Se ci sono trade-off, rischi da valutare e da prendere, vuol dire che non esiste una soluzione scientifica. “Questo è stato un altro errore di comunicazione: ‘la politica fa ciò che dice la scienza’. Non andrebbe detto. Perché la scienza informa la politica, ma poi le scelte politiche tengono conto di compromessi e trade-off. Non esiste una decisione scientifica, ma una decisione politica informata scientificamente. I governi dovrebbero spiegare perché fanno certe scelte e qual è la loro strategia, senza fare lo scaricabarile sulla scienza”.

 

Tutti i paesi hanno abbandonato la linea “zero Covid”, tranne la Cina. Qual è la ragione? Non si fida dei suoi vaccini? “Tutti i paesi zero Covid hanno cambiato strategia con l’arrivo dei vaccini, che sono il vero game changer. Quella linea pagherà perché hanno avuto realmente un numero inferiore di decessi. Sulla Cina si possono fare tutte le speculazioni del caso sull’efficacia e sulla fiducia che hanno nei loro vaccini, ma molto dipende dal fatto che per il loro sistema culturale e politico-istituzionale la strategia zero Covid è socialmente accettabile anche dopo due anni”.

 

Noi per fortuna siamo democrazie e abbiamo vaccini efficaci, eppure molti suoi colleghi dicono che ne servirebbero di nuovi, sterilizzanti, più efficaci e anche più economici. “Si può chiedere la perfezione e ci si lavorerà, ma non si può avere tutto e subito. Ringraziamo il cielo e gli uomini che abbiamo vaccini così efficaci, che proteggono molto anche dal contagio. E’ difficile far rendere l’idea di come i vaccini abbiano cambiato il gioco. Delta e Omicron fanno impallidire rispetto al virus del 2020: senza questi vaccini ora saremmo in ginocchio”.

 

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali