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Cattivi scienziati

Sorpresa. Curcuma e zenzero non battono il Covid

Enrico Bucci

Malati e truffati. Anche in tempi di pandemia non tramontano i miti del naturale

Esistono alcuni miti, profondamente radicati nel modo di pensare delle società passate e future, che possono essere sfruttati per fare soldi da truffatori di ogni genere e in ogni settore. Il settore della salute non fa eccezione e, sebbene questi miti siano normalmente pericolosi, quando si vive un’emergenza pandemica come quella attuale sono ancora più efficaci del solito per fare montagne di soldi. Analizziamo quindi l’epidemia corrente dal punto di vista di un truffatore.

 

Innanzitutto, c’è da fare un’osservazione importante: seppure Sars-CoV-2 infettasse l’intera popolazione mondiale, solo una percentuale che è probabilmente intorno al 20 per cento sperimenterebbe sintomi, e di questi solo una percentuale molto più piccola morirebbe o avrebbe conseguenze severe. Tutti però sono esposti all’infezione e, da un punto di vista individuale, vogliono mettere al sicuro se stessi e i propri cari da rischi potenzialmente letali, per quanto le probabilità siano basse.

 

È una situazione ideale per vendere a tutti prodotti che non fanno assolutamente nulla, ma che, visto l’alto tasso di infezioni asintomatiche e di guarigioni spontanee, possono essere reclamizzati come efficaci. A questo punto, è solo questione di marketing: su quali delle idee sbagliate, profondamente radicate e largamente diffuse posso contare per vendere il rimedio miracoloso utile a curare e prevenire il Covid-19? In altre parole, quale “vestito” devo dare alla mia truffa, posto che il mercato è chiaramente individuabile?

 

Innanzitutto, posso contare sull’idea antica e sbagliata che tutte le malattie siano in realtà manifestazione di una sola causa, e che quindi esista qualche rimedio che, agendo su questa presunta causa, può curare tutto, anche il Covid-19. Nell’antichità, in occidente, la teoria dei fluidi e il loro disequilibrio era usata per spiegare tutto, e di conseguenza si mirava a un supposto riequilibrio dei fluidi vitali, non alla cura della specifica malattia. In oriente, allo stesso modo, concetti che nel nostro mondo occidentale sono traducibili come equilibrio energetico, armonia con il cosmo, eccetera erano alla base di rimedi che, ancora una volta, avevano lo scopo di riportare il paziente alla salute, qualunque fosse la manifestazione patologica.

 

Queste idee non solo non sono mai tramontate, ma associate al potente mito del naturale – ovvero al mito che ciò che è naturale può riportarci la salute perché la natura è in equilibrio e promuove a sua volta l’equilibrio delle nostre condizioni fisiche – danno origine alle più varie corbellerie: di volta in volta, bisogna espellere tossine, oppure riequilibrare il pH, o genericamente rinforzare il sistema immune o riportare l’equilibrio energetico o combattere presunti fenomeni ossidativi o persino riequilibrare i campi elettromagnetici negativi (come quello dell’onnipresente 5G, che si avvia a diventare la nuova origine di tutti i mali).

 

Una singola causa fra queste già basta per spiegare tutte le patologie; e questo significa che un presunto agente che agisca per contrastare questa causa è buono per curare o prevenire tutte le patologie, Covid-19 incluso. Con questa logica, ha avuto facile gioco chi ha previsto il ritorno di aglio, pepe, curcuma, zenzero, cumino, propoli, miele e per i più “scientifici” di polifenoli come resveratrolo e quercetina, dei chinini e di tutto l’armamentario dei naturopati e dei truffatori veri e propri: questi rimedi vanno bene per tutto, perché sono venduti come utili a combattere l’unica causa di tutte le malattie.

 

E se qualche medico o qualche scienziato dovesse fare qualche obiezione, nessun problema: basta comprare una pubblicazione sulle tante riviste scientifiche di cattiva qualità che esistono, e infarcire il sito web di riferimenti a studi che non studiano e non spiegano nulla. Nessun progresso reale, nessuna reale validazione, ma solo il solito, vecchio armamentario dei ciarlatani: tanto basta a vender bene e andare avanti, sapendo che il grosso della popolazione nemmeno si accorgerà dell’infezione, figuriamoci della truffa.

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