Foto tratta dal sito della Nasa

I pennacchi di Encelado ed Europa sono richieste di amicizia alla Terra

Paolo Galati

Secondo la Nasa ci sarebbe un’altissima probabilità di trovare organismi viventi in uno dei satelliti di Saturno. Che cosa possono significare per noi i nuovi annunci dell'ente spaziale americano

Stiamo esagerando. Solo due mesi fa la Nasa annunciava la scoperta di un sistema planetario con almeno sette pianeti simili al nostro. Ora con un’altra conferenza stampa straordinaria, la scorsa settimana se ne esce addirittura con la notizia che su Encelado – uno dei satelliti di Saturno – ci sarebbe un’altissima probabilità di trovare organismi viventi. Dove arriveremo di questo passo.

 

Encelado è molto piccolo, quasi dieci volte più piccolo della Luna: ha un diametro di 500 km, la distanza in linea d’aria tra Roma e Milano.

 

Essendo molto piccolo, di Encelado si sapeva ben poco. Si è dovuta attendere l’epoca d’oro dei viaggi interplanetari delle sonde Nasa Voyager 1 e 2 nel biennio 1980-1981 per avere qualche foto in HD. Encelado appare quasi bianco, un bel “pianeta di ghiaccio”; molto simile al secondo pianeta del film “Interstellar”, per intenderci.

Ma la Nasa non si ferma qui. Mentre la Grecia vinceva gli Europei di calcio del 2004, la sonda Cassini entrava nell’orbita di Saturno. La sonda Cassini – così chiamata in onore dell’astronomo ligure che ha osservato quel pianeta più di chiunque altro – giungeva finalmente dopo un viaggio di sette anni nei pressi di Saturno e delle sue numerosissime lune (88 satelliti senza contare gli anelli). Ma una scoperta inattesa fece addirittura modificare la rotta pianificata prima della missione: su Encelado (sotto lo spesso strato di ghiaccio) c’è dell’acqua liquida; acqua che viene espulsa sotto forma di vapore acqueo attraverso dei geyser. Perfetta per far sorgere una catena di Spa con vista su Saturno per un benessere interplanetario.

 

Ma c’è di più. Il 28 ottobre 2015 la sonda osserva un particolare pennacchio di gas fuoriuscito da un geyser: in quell’occasione viene rivelata la presenza di acqua al 98 per cento, di Idrogeno all’1 per cento e il restante 1 per cento fatto di un mix di anidride carbonica, metano e ammoniaca. Il comunicato stampa della Nasa di pochi giorni fa (13 aprile 2017) parla chiaro: “La presenza di idrogeno ci spinge a pensare che eventuali microbi – qualora esistessero – potrebbero ottenere energia dalla combinazione dell’idrogeno con l’anidride carbonica dissolta nell’acqua: reazione chimica nota sotto il nome di metanogenesi, cruciale per lo sviluppo della vita sulla terra”. La metanogenesi avviene sulla terra in zone dove non c’è ossigeno, per esempio sotto la superficie terrestre, nei giacimenti di petrolio o a grandi profondità, senza dimenticare come attraverso la metanogenesi i rifiuti organici si trasformino nel famoso biogas.

 

“La vita così come la conosciamo richiede tre ingredienti principali: acqua allo stato liquido, una sorgente di energia per il metabolismo e una spruzzata di ingredienti chimici come il carbonio, idrogeno, azoto, ossigeno, fosforo e zolfo”. Ecco, sapete cosa manca – per ora – all’appello? Lo zolfo e il fosforo: non sono stati ancora osservati, ma gli scienziati hanno già sospettato della loro esistenza data la stima sulla composizione chimica del nucleo roccioso di Encelado, molto simile a quello pieno di zolfo e fosforo dei meteoriti. Insomma ne vedremo delle belle, anche perché durante la stessa conferenza stampa è stata annunciata l’osservazione di pennacchi di vapore acqueo anche su Europa, satellite di Giove. E’ l’anno dei pennacchi.

 

Intanto la Terra ha due nuove notifiche: “Encelado ed Europa ti hanno appena inviato una richiesta di amicizia”.

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