Fermi tutti! Il virus zika è colpa della Monsanto

Luciano Capone
Le teorie complottarde, totalmente prive di fondamento scientifico, continuano a impazzare. E guarda caso la colpa è sempre delle multinazionali

Secondo un recente studio pubblicato su Lancet il virus Zika potrebbe essere responsabile anche della sindrome di Guillain-Barré, una grave malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso. Si alza quindi la soglia di allarme sul virus diffuso dalle zanzare che si sta espandendo in maniera preoccupante in America latina, già seriamente sospettato di causare malformazioni ai feti come la microcefalia (ma la forte correlazione per ora non è sufficiente a provare il collegamento). Mentre scienziati, istituzioni e l’Organizzazione mondiale della Sanità cercano di affrontare il problema e trovare spiegazioni più approfondite, il sottobosco complottista, che la sa sempre più lunga degli altri, ha già capito tutto: il virus Zika è colpa della Monsanto. Che non brillassero per intelligenza e logica si sapeva, il problema è che ora sono deficienti anche in originalità: ormai si sa dall’inizio che dietro ogni malefatta c’è sempre la mano della perfida multinazionale americana dell’agroalimentare (fino a qualche anno fa il ruolo di cattivo toccava alla svizzera Syngenta, però poi ha perso il posto).

 

In ogni caso, l’espediente narrativo funziona ancora e ha il suo pubblico che è abbastanza ampio. La teoria è nata in Argentina e poi si è diffusa viralmente, è il caso di dirlo, in tutto il mondo e ora inizia a circolare anche su molti siti italiani. Un gruppo di medici argentini riuniti nel collettivo anti-ogm, “Red universitaria de ambiente y salud”, sostiene che le zanzare e il virus zika non c’entrano nulla con la microcefalia e che la causa delle malformazioni sia un larvicida, il piriproxifene, usato massicciamente in America latina per decimare le zanzare che sono il vettore di zika e di altre epidemie, come la dengue e la chinkungunya. Un grande classico dei complottisti: non è la natura a causare le malattie, i virus non sono così cattivi, la colpa è delle multinazionali che vendono i rimedi contro i virus. L’altro punto del complotto è il fatto che chi produce questo larvicida è la Sumitomo, che secondo gli accusatori è una sussidiaria giapponese delle Monsanto (eccallà!). Tutto fila, tutto si tiene: è colpa delle multinazionali, speculatrici e che fanno pure gli Ogm, maledetti! Basterebbe non spruzzare più questo veleno e si risolverebbero tutti i problemi (oltre a risparmiare un sacco di soldi).

 

Purtroppo le cose non stanno così. Innanzitutto lo “studio” di questa associazione è uno striminzito articoletto di 5 pagine che non è stato pubblicato su alcuna rivista scientifica e pertanto non ha un alcun valore, soprattutto se ha lo scopo di ribaltare ciò che la comunità scientifica afferma sull’argomento. Inoltre chi l’ha scritto è il dottor Medardo Avila Vazquez, un attivista del giro di Vandana (per gli amici "Panzana") Shiva, non certo il massimo dell’affidabilità.

 

Quanto al piriproxifene è una sostanza chimica non pericolosa, approvata dall’Oms, e che ad esempio viene utilizzata comunemente da noi come antiparassitario su cani e gatti, senza che ciò abbia creato danni a nessuno: per raggiungere i livelli di tossicità osservati sugli animali, una persona dovrebbe bere ogni giorno circa 1.000 litri d’acqua trattata con piriproxifene. Ovviamente è impossibile perché si morirebbe prima per intossicazione acuta d’acqua (basta bere 5 litri di liscia o gasata in poche ore per crepare). Poi trarre conclusioni dalla correlazione tra uso del larvicida e microcefalia, come fanno gli ambientalisti, è un clamoroso errore logico, perché il piriproxifene viene usato proprio per contenere le zanzare che diffondono i virus. Sarebbe come dire che il raffreddore è causato dagli spray nasali. Un’idiozia.

 

Infine Monsanto. Non c’entra nulla né con la vendita di questo prodotto né con la giapponese Sumitomo, che non è una sussidiaria ma solo un’azienda con cui ha stretto alcuni accordi commerciali (che non c’entrano in questa vicenda). Inoltre la stessa azienda giapponese ha affermato che il suo prodotto è registrato, autorizzato ed è stato usato in circa 40 paesi del mondo negli ultimi 20 anni senza che ci sia stata alcuna correlazione con la microcefalia.

 

[**Video_box_2**]Nonostante tutte queste incongruenze e le rassicurazioni delle istituzioni, l’allarme ha alimentato un panico che ha portato uno stato brasiliano a sospendere l’uso dell’insetticida “per precauzione”, non tenendo conto che così ci saranno più zanzare a diffondere il virus. Quest’ultimo punto dimostra come le teorie del complotto, anche le più strampalate, abbiano una grande presa sulla collettività e riescano a influenzare negativamente le decisioni delle istituzioni. E il fenomeno non riguarda solo i paesi in via di sviluppo: chi pensa che in Italia non possa accadere che alcune istituzioni prendano decisioni scientificamente improbabili usando lo spauracchio della Monsanto forse non è stato molto attento. È già accaduto.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali