Ansa
Editoriali
Il paradosso della salute italiana: si vive sempre di più, si spende sempre peggio
Dal rapporto dell'Ocse emerge un quadro di un sistema che rischia di perdere la sua identità. L'organizzazione invita l’Italia a rafforzare la capacità del territorio, investire nella prevenzione, migliorare la governance e ridurre la variabilità ingiustificata tra regioni
L’immagine dell’Italia che emerge dal Country Health Profile 2025 dell’Ocse non è del tutto inedita: un paese che continua a godere di uno dei più alti livelli di aspettativa di vita in Europa, ma che riesce a garantire ai propri cittadini solo in parte un servizio sanitario all’altezza delle sue promesse. E’ il paradosso italiano: viviamo più a lungo, ma lo facciamo in un sistema che fatica a tenere insieme universalismo, equità e sostenibilità.
L’Ocse ricorda che il nostro Ssn resta un modello universalistico, un principio che ha garantito decenni di coesione sociale. Ma dietro questa dichiarazione di intenti si nasconde una realtà frammentata. Le disuguaglianze territoriali – Nord più ricco e performante, Sud in affanno – sono ormai una frattura strutturale. I cittadini del Mezzogiorno hanno meno accesso ai servizi, tempi più lunghi e minori livelli di presa in carico, mentre il privato continua ad espandersi per colmare i vuoti del pubblico. Il report sottolinea un altro nodo cruciale: l’invecchiamento rapido della popolazione. L’Italia è tra i Paesi con la più alta quota di anziani in Europa, ma continua a essere priva di un solido sistema di assistenza a lungo termine, lasciando famiglie e caregiver a gestire da soli un carico enorme, spesso insostenibile. La non autosufficienza è la grande emergenza rimossa del paese. Sul fronte della spesa sanitaria, il finanziamento pubblico cresce in modo insufficiente, mentre aumentano la spesa privata e i pagamenti “di tasca propria” dei cittadini. Segnale evidente che il principio di universalità si sta erodendo: quando il servizio pubblico non riesce a rispondere, chi può paga; chi non può rinuncia alle cure. Il quadro che emerge non è quello di un sistema al collasso, ma di un sistema che rischia di perdere la sua identità. L’Ocse invita l’Italia a rafforzare la capacità del territorio, investire nella prevenzione, migliorare la governance e ridurre la variabilità ingiustificata tra regioni. Insomma, non basta chiedere più risorse: bisogna saperle spendere meglio, con una pianificazione basata su evidenze e risultati.