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l'appello
La fuga dei medici dall'università si può evitare. Un appello alla politica
Rinnovare gli accordi, valorizzare il lavoro clinico e accademico, garantire stipendi dignitosi. Senza un investimento vero sul personale medico-universitario, parlare di merito ed eccellenza è solo retorica
Al direttore - Investire sul merito, creare eccellenze, essere attrattivi, favorire il rientro dei cervelli. Sono slogan ripetuti in ogni stagione politica. Ma siamo davvero in grado, oggi, di realizzarli? L’università non è soltanto formazione: è ricerca, innovazione, sviluppo. È, per missione, uno dei motori economici del Paese. Ma questa macchina, senza un investimento serio nel personale, non può funzionare. Dottorandi, assegnisti, ricercatori, professori associati e ordinari: sono loro a reggere le tre missioni dell’università. E se vogliamo che il sistema sia competitivo a livello internazionale, questi professionisti devono essere messi nelle condizioni economiche e organizzative per esserlo. La realtà, almeno in ambito medico, è purtroppo un’altra. Chi leggesse che un docente universitario medico, impegnato nella didattica, nella ricerca, nei bandi internazionali e contemporaneamente attivo come dirigente ospedaliero con turni notturni, festivi, attività chirurgica, ambulatoriale e di reparto, percepisse meno di 2.500 euro netti al mese, penserebbe a una provocazione. E invece è la realtà dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea, in base all’accordo con Sapienza Università di Roma. L’accordo tra Regione Lazio ed Università attraverso il protocollo di intesa prevede che lo stipendio sia diviso tra Ateneo e Azienda. Il risultato? Un ricercatore o un professore associato in area medica riceve dall’università tra 1.300 e 2.100 euro netti al mese, a seconda del proprio ruolo, esattamente come un pari collega di un’altra facoltà (es. giurisprudenza, economia, fisica, ecc.) L’“integrazione” ospedaliera per 28 ore settimanali di attività clinica assistenziale obbligatoria è di circa 200 euro netti su base mensile. Significa essere retribuiti 1,78 euro l’ora per fare anche il medico, con responsabilità cliniche che non hanno paragoni con nessun altro settore accademico.
La domanda allora è semplice. Perché mai un giovane medico dovrebbe scegliere la carriera universitaria? Perché svolgere due lavori, con responsabilità doppie, per avere un indennizzo che non è minimamente proporzionato alla mansione svolta? Principio quest’ultimo che ricordiamo dovrebbe essere garantito dall’articolo 36 della Costituzione. La politica tace. L’azienda ospedaliera si rifugia dietro l’accordo Regione–Università, che è scaduto dal 2018 e che dovrebbe essere rinnovato, ma attualmente non è sul banco delle priorità. L’ateneo fa altrettanto. Intanto, molti docenti stanno lasciando il pubblico per le università private o estere o abbandonano del tutto la carriera accademica per la libera professione. E’ una perdita enorme per i cittadini: se ne vanno professionisti con curriculum eccellenti, formati con risorse pubbliche. E allora la domanda finale è inevitabile: crediamo davvero di essere un Paese che investe sul merito? Che premia il talento? Che punta all’eccellenza? Si parla molto del rientro dei cervelli dall’estero, incentivandoli con sgravi fiscali, ma è come cercare di riempire un secchio con un bicchiere d’acqua quando non si è chiuso il tappo sul fondo. Forse è il momento di riconoscere che la rotta è sbagliata e che continuare a ignorare questo problema non è più sostenibile.
Abdolrahimzadeh Solmaz, professore associato di Oftalmologia
Alampi Daniela, ricercatrice di Anestesiologia
Andreetti Claudio, professore associato di Chirurgia toracica
Bandiera Giorgio, professore aggregato di Otorinolaringoiatria
Battistoni Allegra, ricercatrice di Cardiologia
Bellati Filippo, professore associato di Ginecologia e Ostetricia
Bianchi Paola, professore associato di Ginecologia e Ostetricia
Berni Andrea, ricercatore di Cardiologia
Berardelli Isabella, professore associato di Psichiatria
Carabotti Marilia, ricercatrice di Psichiatria
Carico Elisabetta, ricercatrice di Patologia Clinica
Caruso Damiano, professore associato di Radiodiagnostica
Carrano Francesco Maria, ricercatore di Chirurgia generale
Caserta Donatella, professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia
Cefalo Chiara Maria Assunta, ricercatrice di Endocrinologia
Cicione Antonio Francesco Maria, ricercatore di Urologia
Covelli Edoardo, professore associato di Otorinolaringoiatria
De Marco Gabriella, ricercatrice di Dermatologia e Venereologia
De Santis Domenico, ricercatore di Radiodiagnostica
D’Angelo Francesco, professore associato di Chirurgia generale
Di Iorio Romolo, professore associato di Ginecologia e Ostetricia
Di Nardo Giovanni, professore associato di Pediatria
Di Napoli Arianna, ricercatrice di Anatomia patologica
Esposito Gianluca, professore associato di Gastroenterologia
Faggiano Antongiulio, professore Associato di Endocrinologia
Fegiz Alessandra, ricercatrice di Anestesiologia
Ferretti Alessandro, professore associato di Pediatria
Fiorelli Silvia, professore associato di Anestesiologia
Fiorentino Teresa Vanessa, professore associato di Medicina interna
Fragiotta Serena, ricercatrice di Oftalmologia
Francia Pietro, professore associato di Cardiologia
Garibaldi Matteo, ricercatore di Neurologia
Giannini Andrea, ricercatore di Ginecologia e Ostetricia
Giarnieri Enrico, professore associato di Patologia clinica
Giubilei Franco, professore associato di Neurologia
Haxhi Jonida, ricercatrice di Endocrinologia
Ibrahim Mohsen, professore ordinario di Chirurgia toracica
Lahner Edith, professore associato di Gastroenterologia
Maffulli Nicola, professore ordinario di Ortopedia
Magrì Damiano, professore associato di Cardiologia
Mancini Rita, professore ordinario di Medicina di laboratorio
Mazzuca Federica, professore ordinario di Oncologia
Melina Giovanni, professore ordinario di Cardiochirurgia
Mene Paolo, professore ordinario di Nefrologia
Mennini Maurizio, ricercatore di Pediatria
Mercantini Paolo, professore associato di Chirurgia generale
Mercieri Marco, professore associato di Anestesiologia
Musella Angela, ricercatrice di Ginecologia e Ostetricia
Napoli Christian, professore associato di Igiene
Nigri Giuseppe, professore ordinario di Chirurgia generale
Nusca Sveva, ricercatrice di Medicina fisica e riabilitativa
Osti Mattia Falchetto, professore ordinario di Radioterapia
Paolini Guido, professore associato di Chirurgia plastica
Parisi Pasquale, professore ordinario di Pediatria
Pasquazzi Caterina, ricercatrice di Malattie infettive
Pavan Antonio, professore ordinario di Patologia medica
Persechino Severino, professore ordinario di Dermatologia
Perugia Dario, professore associato di Ortopedia
Petrucci Simona, professore associato di Genetica medica
Piane Maria, ricercatore di Genetica medica
Picchianti Diamanti Andrea, professore associato di Reumatologia
Pilozzi Emanuela, professore associato di Anatomia patologica
Pugliese Giuseppe, professore ordinario di Endocrinologia
Rendina Erino Angelo, professore ordinario di Chirurgia toracica
Redler Andrea, professore associato di Ortopedia
Ricci Alberto, professore associato di Pneumologia
Ricciardi Luca, ricercatore di Neurochirurgia
Ristori Giovanni, professore associato di Neurologia
Rizzo Luigi, professore associato di Chirurgia vascolare
Romano Andrea, professore associato di Radiologia
Romano Silvia, professore associato di Neurologia
Santino Iolanda, professore associato di Microbiologia clinica
Savoia Carmine, professore ordinario di Medicina interna
Scopetti Matteo, professore associato di Medicina legale
Scuderi Gianluca, professore ordinario di Oftalmologia
Sesti Giorgio, professore ordinario di Medicina interna
Silecchia Gianfranco, professore ordinario di Chirurgia generale
Simmaco Maurizio, professore ordinario di Biologia molecolare
Sorotos Michail, professore associato di Chirurgia plastica
Tafaro Laura, ricercatrice di Medicina interna
Tinti Francesca, ricercatrice di Nefrologia
Vecchione Andrea, professore ordinario di Anatomia patologica
Vetrano Mario, professore associato di Medicina fisica e riabilitativa
Visco Vincenzo, professore associato di Patologia Generale
Zerunian Marta, ricercatrice di Radiologia