
Orazio Schillaci (Ansa)
domani la conferenza stato-regioni
Ecco il Piano pandemico mentre all'orizzonte c'è un pasticcio Agenas
Il nuovo piano esclude il ricorso a provvedimenti amministrativi, come i dpcm utilizzati durante l’emergenza Covid, stabilendo che eventuali limitazioni alle libertà personali dovranno essere adottate esclusivamente attraverso leggi. Intanto l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali va verso il commissariamento con la nomina di Americo Cicchetti
La Conferenza Stato-Regioni convocata per domani si preannuncia come un passaggio cruciale per il futuro del Sistema sanitario nazionale. Due i dossier centrali all’ordine del giorno, entrambi rimandati da tempo e ora finalmente in dirittura d’arrivo: l’approvazione del nuovo Piano pandemico nazionale 2025-2029, atteso da oltre un anno e mezzo, e la nomina ufficiale di Americo Cicchetti a commissario straordinario dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
Il Piano pandemico rappresenta la risposta istituzionale e strategica alle fragilità emerse durante la gestione della pandemia da Covid-19. Il documento, che prevede uno stanziamento complessivo di 1,1 miliardi di euro distribuiti su cinque anni, è ancora in attesa del via libera definitivo del ministero dell’Economia e delle Finanze, ma il suo impianto è stato già definito in modo condiviso con le regioni. La bozza finale è stata infatti rielaborata per recepire le osservazioni delle autonomie territoriali, con particolare attenzione alla chiarezza nella definizione delle competenze istituzionali.
I cinque valori fondanti del Piano – giustizia, equità, solidarietà, trasparenza e responsabilità – fungono da cornice etica e operativa per tutte le misure previste. Tra gli aspetti di maggiore rilievo figura la definizione del quadro normativo di riferimento per l’adozione di eventuali misure restrittive. Il testo esclude espressamente il ricorso a provvedimenti amministrativi, come i dpcm utilizzati durante l’emergenza Covid, stabilendo invece che eventuali limitazioni alle libertà personali dovranno essere adottate esclusivamente attraverso leggi o decreti aventi forza di legge, in coerenza con i princìpi della Costituzione. Si mette quindi in discussione unicamente lo strumento normativo utilizzato, non la possibilità di prevedere restrizioni alla libertà personale, nonostante la propaganda in tal senso portata avanti negli ultimi mesi da parte di molti esponenti della maggioranza.
Il coordinamento degli interventi sarà affidato al Dipartimento della Protezione Civile, con la possibilità di nominare, in situazioni particolarmente complesse, un commissario straordinario.
Il Piano riconosce inoltre che i vaccini, pur costituendo uno strumento fondamentale nella prevenzione e nel contenimento delle pandemie, non possono essere considerati l’unica risposta. E’ previsto il rafforzamento dell’accesso a terapie farmacologiche innovative ed efficaci, la disponibilità di dispositivi di protezione individuale e una comunicazione istituzionale improntata alla chiarezza. La distribuzione dei vaccini dovrà avvenire secondo criteri di trasparenza, equità e priorità clinica, garantendo così una protezione adeguata per le categorie più a rischio.
Accanto al Piano pandemico, la Conferenza dovrà occuparsi anche della nomina di Americo Cicchetti a commissario straordinario di Agenas, con un incarico che si estenderà fino al prossimo 31 dicembre. Cicchetti, già direttore generale della Programmazione del ministero della Salute, è sostenuto da Arianna Meloni e ha prevalso sulla candidatura alternativa di Massimo Annicchiarico, attuale direttore della sanità della Regione Veneto, appoggiato dal ministro della Salute Schillaci.
La scelta del commissariamento riflette l’impossibilità, finora, di trovare un accordo tra le regioni su un nuovo presidente. Con sette regioni attese al voto nei prossimi mesi, si è optato per una soluzione temporanea, rimandando la nomina definitiva alle nuove giunte. Tuttavia, questa strategia solleva perplessità: le elezioni regionali si concluderanno solo a metà novembre, e servirà poi tempo per l’insediamento delle nuove amministrazioni. Inoltre, proprio in quel periodo saranno in corso i lavori sulla nuova legge di bilancio, che si preannuncia complessa e gravosa. Di conseguenza, c’è il rischio concreto che, per mancanza di tempo e attenzione politica, si debba ricorrere al decreto Milleproroghe per estendere in maniera pasticciata l’incarico commissariale, nonostante la norma non preveda questa possibilità.