(foto Ansa)

Il caso

"Possibili nuove restrizioni per Covid". Ma poi il ministero della Salute fa dietrofront

Giovanni Rodriquez

In una circolare protocollata e inviata alle regioni si prevedeva il "possibile ricorso all'utilizzo di mascherine al chiuso" e "nuove limitazioni per gli eventi a rischio assembramento". Solo che a distanza di poche ore gli stessi uffici ministeriali hanno ritirato il documento: "Mero errore materiale"

Nuovo cortocircuito al ministero della Salute. Nel pomeriggio le Direzioni generali per la prevenzione e la programmazione inviano alle regioni una circolare protocollata con le indicazioni aggiornate per la gestione del Covid nella stagione autunno-inverno 2022-2023. Nel documento erano presenti una serie di suggerimenti dettagliati su alcuni temi cruciali, a partire dal completamento della campagna vaccinale contro il Covid. Inoltre si prevedeva, in caso di peggioramento della situazione epidemiologica, il possibile ricorso all’utilizzo di mascherine nei luoghi chiusi così come a nuove limitazioni per quegli eventi a rischio assembramenti. A distanza di poche ore arriva però a sorpresa uno stop dallo stesso ministero che avverte le regioni di non tener conto della circolare inviata per “mero errore materiale”

 

Lo stesso documento, sollecitato ormai da tempo dalle amministrazioni locali ancora in attesa di indicazioni da parte del governo centrale, era stato già bloccato in un primo momento pochi giorni dopo le elezioni dall’ex ministro Speranza visto l’imminente insediamento di un nuovo esecutivo. Nel documento, come dicevamo, si spiegava che l’obiettivo della campagna vaccinale doveva essere quello di continuare a mettere in sicurezza prioritariamente anziani e fragili, proteggendoli dalla malattia grave e dalla ospedalizzazione. Si puntava inoltre a colmare quelle lacune nella copertura vaccinale del ciclo primario e dei booster raccomandati, con la previsione di combinare le campagne di vaccinazione contro Covid e influenza. Per quanto poi riguarda l’attività di sorveglianza e monitoraggio, il testo spiegava che “è verosimile un aumento della pressione sui laboratori sia per la diagnostica ma anche più in generale, sulle reti di sorveglianza virologica a causa di una maggiore circolazione stagionale dei virus respiratori, e che quindi "è necessario che siano previsti meccanismi di rafforzamento dei sistemi in vigore”.

E poi, la ricerca dei contatti e la quarantena "dovrebbero prioritariamente essere condotte e applicate in individui a rischio di malattia grave, contesti ad alto rischio (assistenza sanitaria, case di cura e strutture di assistenza a lungo termine), e in situazioni di maggiore preoccupazione (ad esempio, una variante emergente di interesse o preoccupazione). Inoltre, per la stagione autunno-inverno 2022-2023 rimarrà importante il rispetto delle eventuali precauzioni raccomandate negli ambienti chiusi in cui con maggiore probabilità possono determinarsi focolai di elevata trasmissione".

 

L’utilizzo di mascherine, si legge nella circolare, è "efficace nel ridurre la trasmissione dei virus respiratori e nel caso in cui si documentasse un evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e/o sul funzionamento dei servizi assistenziali, potrebbe essere indicato il loro utilizzo in spazi chiusi, finalizzato in particolare a proteggere le persone ad alto rischio di malattia grave. Analogamente, nel caso di un eventuale sensibile peggioramento del quadro epidemiologico, si potrà valutare l’adozione temporanea di altre misure, come il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti". Si propone inoltre di garantire un'adeguata ventilazione negli ambienti chiusi come "misura fondamentale" per ridurre il rischio di trasmissione del Sars-CoV-2 e di altri virus respiratori.

Infine, la circolare giudicava come “indispensabile" la verifica e l’eventuale rafforzamento delle capacità da parte dei servizi sanitari regionali di fronteggiare un eventuale aumento della domanda di assistenza per i casi di infezione da Sars-CoV-2. Al contempo veniva raccomandato lo stretto monitoraggio dell’andamento delle liste d’attesa per le prestazioni programmate di ricovero, ambulatoriali e di screening oncologico e un attento aggiornamento dei piani di recupero.

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