Ansa

L'allarme

Cinquemila contagi tra gli infermieri negli ultimi 3o giorni

Redazione

"Si stanno infettando 156 operatori sanitari ogni 24 ore, e di questi ben 128 sono infermieri", denuncia il sindacato di categoria Nursing Up. Le situazioni più difficili

Oltre 150 contagi ogni giorno, quasi 5.000 nell'ultimo mese: la risalita della curva pandemica mostra i suoi effetti anche in corsia, negli ospedali. “Salgono vertiginosamente i contagi degli operatori sanitari in Italia. E non possiamo più nasconderci: siamo nel pieno della quarta ondata, con la spada di Damocle della variante Omicron che pende sulle nostre teste. Secondo il nostro ultimo report, sono 4.684 i professionisti della salute che si sono infettati negli ultimi 30 giorni, avvicinandosi inesorabilmente a quota 5mila”. L'allarme arriva da Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato degli infermieri Nursing Up, presentando l'ultimo documento elaborato dall'associazione di rappresentanza, frutto delle elaborazioni su dati Inail e Istituto superiore di sanità.

“Questo significa oggi – continua De Palma - che si stanno infettando 156 operatori sanitari ogni 24 ore, e di questi ben 128 sono infermieri". Una prospettiva che potrebbe presto farsi critica, considerando una pressione ospedaliera in leggera ma costante crescita, fino a rendere ancora più evidenti le lacune strutturali del sistema sanitario italiano e le carenze di personale che “toccano quota 80-85 mila persone, quando i ricoveri raggiungono di nuovo l'acme”. Con situazioni più o meno sostenibili, a seconda dei territori.

  

In Emilia Romagna, dice ancora De Palma, "i contagi di sanitari sono in aumento e le aziende hanno bloccato nuovamente le ferie agli infermieri". In Campania "la situazione si fa sempre più difficile di giorno in giorno, con operatori positivi al San Giovanni Bosco, dove c'è un cluster in atto e ancora contagi si segnalano all'Ospedale del Mare e a Sorrento". E poi in Friuli Venezia Giulia dove "la situazione è tra le più critiche con 13 contagiati negli ospedali nelle ultime 48 ore". E non a caso, proprio il presidente di questa regione, Massimiliano Fedriga, aveva posto già a fine novembre l'attenzione sui rischi per il personale sanitario, già limitato dalle sospensioni di quanti hanno rifiutato la vaccinazione. Mentre Roberto Occhiuto, dalla Calabria, lamentava invece le difficoltà ad assumere nuovo personale.

E allora: “Cosa aspettano le regioni ad adottare il criterio del Veneto, che ha portato ad ogni 4 giorni la frequenza dei tamponi? Cosa aspettano a misurarne costantemente i livelli di copertura vaccinale?", si domanda infine il sindacato, prima di rivolgere “un appello alla Conferenza Stato Regioni, affinché tutti i territori adottino gli stessi criteri. Possibile che in una emergenza del genere non si comprenda l'importanza di adottare un provvedimento univoco, che riguardi indistintamente tutte le aziende sanitarie da nord a sud?”.

Domande che dovranno essere affrontate presto, a partire già da questo giovedì, quando la Cabina di regia si riunirà per mettere a punto la prossime mosse della strategia anti Covid.

Di più su questi argomenti: