Massimo Cacciari (Ansa)

cattivi scienziati

Sordità selettiva

Enrico Bucci

I dubbi infiniti di Cacciari, che domanda alla “Scienza” ma non ascolta le risposte

In un suo scritto su La Stampa di ieri, il professor Massimo Cacciari torna nuovamente su un argomento che in questo periodo è tra quelli che gli stanno più a cuore, vale a dire il pericolo per la nostra democrazia, già di suo piuttosto malandata, costituito dalle misure imposte per controllare la pandemia sulla scorta di quello che egli definisce uno “stato di eccezione” prolungato, in cui vede compressi e minacciati alcuni diritti fondamentali dell’individuo. Discussione sensata e interessante, per carità; ma certo non è una questione che non sia stata già abbondantemente dibattuta, anche da giudici e costituzionalisti, come dà invece a intendere Cacciari. Naturalmente, non aggiungerò la mia voce in questo dibattito, perché non è mia la competenza in materia; al solito, invece, mi occuperò di una serie di domande che Cacciari reitera, quasi che non sia stata data già una risposta. Avevo già scritto su queste pagine che si possono certo avere dubbi e fare domande alla comunità scientifica, ma poi bisogna pure prendere atto delle risposte, non fare finta che esse non esistano e non siano mai arrivate.

    

Invece, Cacciari scrive esplicitamente “domando e non ascolto”. Questa è precisamente la ragione per cui la discussione democratica che egli auspica diventa inutile e strumentale ad esasperare l’interlocutore e soprattutto a raggiungere un obiettivo non dichiarato, quello della gran parte degli oppositori: bloccare un’azione che non si condivide, senza dimostrare di aver ragione, ma continuando a pretendere risposte che sono state già fornite, con le orecchie chiuse per poter giustificare il prolungamento della discussione ad infinitum. “Domando e non ascolto”, scrive Cacciari; io invece provo di nuovo a rispondere, naturalmente solo su ciò che è di mia competenza specifica, sperando che la sordità non sia permanente. Chiede, Cacciari, se i dati di Israele e di altri paesi ad alta copertura, che mostrano una maggioranza di vaccinati tra gli ospedalizzati, ancora più alta tra quelli di età avanzata, siano veri o falsi; ma già si sa benissimo che sono veri, e si è abbondantemente spiegato che questo effetto deriva dalla cosiddetta probabilità condizionata, e non è certo un mistero o la dimostrazione dell’inefficacia dei vaccini come i No vax continuano a strillare. Se io ho un paese in cui quasi tutti sono vaccinati, i casi di infezione residua saranno quasi solo fra i vaccinati, data un’efficacia variabile di protezione offerta dai vaccini, mai pari al 100 per cento; cosa non è chiaro?

 
Perché non si hanno dati altrettanto trasparenti da noi, chiede poi Cacciari; e qui la faccenda è davvero scabrosa, perché in realtà i dati esistono e sono pubblici, si veda ad esempio la tabella 3 nel report dell’Istituto superiore di Sanità del 18 agosto. Lo stesso report risponde anche alle sue domande successive, circa le conseguenze dell’infezione suddivisa per età e stato vaccinale; dunque non perderò nemmeno tempo a rispondere, perché chi vuole davvero risposte le può trovare nella fonte citata (ma anche in moltissimi articoli di giornale variamente apparsi sui quotidiani nazionali). Faccio io una domanda: cosa farebbe Cacciari, se un suo studente si comportasse così, rivolgendo cioè domande la cui risposta richiede un semplicissimo sforzo di ricerca e studio di documenti pubblici? Chiede poi, Cacciari, che “la Scienza” segnali quali sono i casi in cui la vaccinazione è sconsigliata, indicando condizioni predisponenti trombosi e allergie, e fingendo che non siano state fornite indicazioni in merito. Anche in questo caso, la domanda è oziosa, non perché non sia interessante, ma perché ha già trovato risposta: parlando di trombosi e allergie, Cacciari dimostra di sapere già cosa hanno pubblicato gli scienziati e cosa è confluito nella valutazione anamnestica prevaccinale, sempre che abbia compilato i moduli richiesti con attenzione prima di vaccinarsi.

 
“Domando e non ascolto”, scrive il professor Cacciari; sperando che almeno il senso della vista sia intatto, nel frattempo, consiglierei di andare a documentarsi su ciò che è stato già abbondantemente fissato sulla carta stampata, invece di continuare a “ripartire dal via”, in un surreale Monopoli del dubbio fuori luogo.  

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