editoriali

La differenza tra informare e allarmare

Le possibilità di trombosi aumentano con il Covid, non con il vaccino

In attesa che oggi si pronunci in merito l’Ema, in Italia la presa di posizione più oculata sulla vicenda che ha coinvolto il vaccino di AstraZeneca è stata della Società italiana per lo studio dell’emostasi e della trombosi (Siset). E cioè di uno tra gli enti più titolati a esprimersi sull’eventuale correlazione tra la somministrazione del vaccino e l’insorgenza delle patologie sotto indagine. Ieri la Siset, riconoscendo “l’allarme e l’ansia prodotti nella popolazione” dalla sospensione delle vaccinazioni e dal ritiro precauzionale di un lotto, ha espresso in una nota la raccomandazione affinché “tutti i soggetti eleggibili si sottopongano a vaccinazione anti Covid-19 secondo i piani vaccinali predisposti dalle autorità nazionali e regionali”. Come non ha mancato di sottolineare la Società, il sistema di vigilanza degli eventi avversi predisposto dall’Ema ha registrato, al 10 marzo, 30 casi di eventi trombotici in 5 milioni di soggetti vaccinati con il vaccino AstraZeneca. Un numero “paragonabile al tasso di trombosi abitualmente registrato nella popolazione generale.

  

Al momento non è possibile stabilire se ci sia stato un nesso di causalità tra la vaccinazione e gli eventi trombotici o se gli eventi siano avvenuti solo per coincidenza”. Ragion per cui “anche tenendo conto che l’infezione Covid-19 in forma clinicamente significativa è associata a un significativo aumento del rischio trombotico, la Siset ritiene che con i dati attualmente disponibili i benefici della vaccinazione superino nettamente i potenziali rischi”. Che è un po’ come dire che chi soffre di trombosi dovrebbe preoccuparsi molto di più del rischio di contrarre il virus che non delle eventuali reazioni avverse. Un’analisi talmente lucida che una domanda sorge spontanea: ma invece di correre con piglio scandalistico appresso alle procure, sposandone acriticamente la linea investigativa, i giornali non potevano limitarsi a dare voce a chi di queste tematiche si occupa per professione?

 

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