il dopo arcuri

Il governo accelera sui vaccini. E il Lazio vuole Sputnik

Oggi l'incontro tra il nuovo commissario Figliuolo, i ministri Gelmini e Speranza e le regioni

Maria Carla Sicilia

La proposta dell'assessore Alessio D'Amato al vertice: produrre e distribuire il vaccino russo nel Lazio appena ci sarà il via liberà di Ema e Aifa. I tecnici dello Spallanzani hanno già preso contatti con l'Istituto di Mosca che ha messo a punto Sputnik

Con la riunione di oggi tra i governatori e i ministri degli Affari regionali e della Salute Mariastella Gelmini e Roberto Speranza, il nuovo commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo ha tracciato i contorni della campagna vaccinale del dopo Arcuri. La necessità è quella di accelerare le somministrazioni - che oggi raggiungeranno le 5 milioni di dosi - e per farlo c'è bisogno di avere più luoghi a disposizione, coinvolgendo i siti della protezione civile e delle forze armate. Abbandonando, insomma, il "modello primule". Ma prende piede anche l'idea di creare una riserva di vaccini da utilizzare nelle zone dove si registra un aumento dei contagi, una sorta di fondo di solidarietà per contrastare eventuali focolai che con le varianti in circolazione corrono più velocemente di prima. La proposta arriva da Speranza e trova l'accordo anche del commissario Figliuolo. La direzione è quella di trovare un equilibrio che eviti disparità tra regioni, come emerge dalle prime dichiarazioni di Gelmini che trapelano dalle agenzie a vertice in corso: “Tutti quanti auspichiamo di aumentare, nel modo più rapido possibile, il numero di nostri connazionali protetti con il vaccino”, avrebbe detto il ministro. “Siamo consapevoli dell'esigenza di doverlo fare in modo quanto più possibile uniforme sul territorio nazionale, evitando disparità”. 

 

Le iniziative delle regioni dovranno essere riportate sotto il cappello della struttura commissariale e anche per questo l'assessore alla Salute del Lazio, Alessio D'Amato, ha portato al tavolo la proposta di produrre e distribuire il vaccino russo Sputnik nel Lazio non appena arriverà il via libera di Ema e Aifa. Il tema è già al centro di un incontro tra i tecnici dell'Istituto Spallanzani, diretti da Francesco Vaia, e l'Istituto di Mosca che ha messo a punto il vaccino, a cui questa mattina hanno partecipato anche la responsabile Salute di un fondo russo di investimenti e i diplomatici dell'ambasciata russa in Italia. "La signora Nina Kandelaki, direttore del Dipartimento dello sviluppo dei progetti sanitari del Fondo russo di investimenti diretti (Rdif), ha dato la disponibilità sia all'opzione delle dosi che a facilitare il dialogo per sviluppare la produzione del vaccino, ringraziando per la cooperazione scientifica tra l'Istituto Spallanzani di Roma e l'Istituto Gamaleya di Mosca che firmeranno un protocollo d'intesa scientifico per una collaborazione stabile", ha dichiarato D'Amato. 

 

I tempi potrebbero essere rapidissimi: ieri l'Ema ha avvito la revisione continua del vaccino Sputnik, se arrivasse la richiesta di autorizzazione da parte del produttore Gamaleya, l'analisi del farmaco potrebbe essere conclusa entro due settimane. A quel punto la tempistica per avere lo Sputnik sarebbe di una decina di giorni.

 

L'idea di D'Amato non è un'idea estemporanea. Già qualche settimana fa l'assessore ha mostrato interesse verso il farmaco prodotto da Gamaleya e ripetuto a più riprese che geopolitica e lotta al virus devono mischiarsi il meno possibile. La Regione ha finora dimostrato di saper gestire con efficienza le dosi a disposizione e anzi, per giustificare i problemi legati alle prenotazioni l'assessore ha tirato in ballo proprio la carenza di scorte: “La disponibilità delle prenotazioni è collegata alla disponibilità dei vaccini assicurando e garantendo la seconda dose. Nel caso ci fossero più vaccini a disposizione in automatico ci sarà la possibilità di anticipare le prenotazioni”. “Abbiamo 90 punti vaccinali e potremmo attivare rapidamente grandi centri per fare fino a 25mila inoculazioni al giorno”, diceva l'assessore poche settimane fa. Come a dire che se arrivassero nuovi vaccini, Sputnik compreso, accelerare non sarebbe un problema. 

 

 

 

  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.