Foto tratta dal profilo instagram della pagina Welcome to favelas 

Roma Capoccia

Da Welcome to Favelas. Roma, laboratorio del citizen-journalism

Andrea Venanzoni

Nella capitale emerge un nuovo ecosistema mediatico, dove pagine social e influencer raccontano il disagio urbano più dei media tradizionali. Il citizen journalism diventa protagonista e la politica si adatta ai linguaggi virali delle piattaforme

Thomas Carlyle riteneva i direttori dei giornali potenti come governatori del mondo, insigniti di capacità persuasiva senza pari. Di acqua sotto i ponti ne è passata: la rivoluzione digitale, la crescita esponenziale delle piattaforme social e l’emersione di content creator e influencer hanno, tra loro cospiranti, messo in crisi il sistema classico di informazione: ondate sempre crescenti di sfiducia dei cittadini, sempre meno lettori e sempre meno spettatori, il canone della disintermediazione, che poi è re-intermediazione visto che la disintermediazione reale è una balla scintillante, autorevolezza calante dei mass-media un tempo santificati, hanno lasciato spazio a ciò che Elon Musk ha identificato come “citizen-journalism”. Il digitale d’altronde solletica istinti narcisistici, vetrina ontologica in cui ci si mercifica e ci si deifica al tempo stesso, e l’idea di poter divenire noi stessi veicolo della notizia, prima e meglio degli stantii mezzi di informazione, prima dei TG, dei giornali, anche dei siti web più canonici, è quasi erotica, stordente. E dato che comunicazione e politica sono endiadi di ferro non stupisce l’attenzione crescente che i politici riversano nei confronti di content creator e social: i politici stessi, d’altronde, sovente adottano registri stilistici e contenutistici indistinguibili da quelli di un content creator.

Roma in fondo ha un sindaco che si è ormai accreditato come TikToker di successo, più personaggio che politico comunicatore: siparietti, scenette, una viralità ripresa in meme e mille discussioni, in dibattiti e commenti e frame eternati e decontestualizzati che rendono ormai Roberto Gualtieri una figura ologrammatica intenta a indicarci cantieri, scorci, rovine, il Tevere (che vuole rendere balneabile). Il politico-content creator è un’estensione del content creator-giornalista, nella stessa misura in cui l’intero universo della comunicazione è inghiottito dalle dinamiche del digitale e dalla piattaformizzazione del reale. In questa idea che chiunque ormai possa essere comunicatore e, appunto, personaggio, celebrata dal motto muskiano ‘you are the media now’, alberga il senso di un giornalismo-spettacolo, accelerato, in cui apparentemente non c’è più alcuna distinzione tra chi propone la notizia e chi la riceve. Non stupisce quindi che Gioventù Nazionale, movimento giovanile di Fratelli d’Italia, abbia invitato a Fenix, la festa che si svolge al Laghetto dell’Eur, a parlare di periferie estreme e di disagio sociale, Massimiliano Zossolo, il fondatore di Welcome to Favelas, realtà digitale evoluta da mostra delle atrocità urbane a dispositivo di citizen-journalism.

Non per caso, Zossolo avrebbe incontrato mesi fa emissari di Elon Musk, nel contesto di un complessivo progetto di costituzione di una galassia di informazione decentralizzata e in tempo reale. Altrettanto non per caso, ormai il logo di Welcome to Favelas campeggia sempre più spesso su testate tradizionali che riutilizzano per i loro articoli alcuni degli avvenimenti emersi sulla pagina. Una sorta di informale agenzia di stampa verso cui affluisce un flusso continuo di foto, filmati e nel cui gorgo si macina qualunque aspetto dell’esistente e in cui i reporter sono comuni cittadini alle prese con l’eccezionalità, vera o presunta, della vita. A Fenix ci sarà anche l’influencer sui temi della disabilità, Emanuel Cosmin Stoica. La china è molto chiara. D’altronde nel 2021, in piena campagna elettorale per Roma, consigliammo, tra il serio e il faceto, gli allora candidati di andarsene in giro per i ‘quartieri criminali’ in compagnia di Simone Cicalone. Ormai è Cicalone a portarsi dietro i politici. In metro. Nei quartieri dimenticati. Nei sottopassi e nei campi nomadi. Un format di successo, a cui si sono giustamente prestati consiglieri capitolini, amministratori municipali, parlamentari, trascinati nel safari urbano dell’anomia e del degrado. Lo stesso Cicalone è stato ospite di Atreju, nel 2024. Altri influencer specializzati su tematiche affini appaiono sulle televisioni locali e trovano una loro crescente voce nel dibattito pubblico. Non è difficile prevedere quanto peso avranno queste figure e questa modalità comunicativa alle prossime elezioni capitoline, nel 2027.

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