Roma Capoccia

Patanè: “Sulla Tva Roma va avanti, modifiche comprese” 

Gianluca De Rosa

Azione attacca il Pd: “Sul tram sbugiardano l’assessore”. Lui replica: “Il loro è un insopportabile giochetto”. Ma il vero tema riguarda i tempi e il complicato intreccio Giubileo-Pnrr-elezioni

“Nessun passo indietro mi sono impegnato personalmente a recepire alcune delle richieste di associazione e cittadini nel progetto e così faremo, quello di Azione è un insopportabile giochetto”. Eugenio Patanè, assessore capitolino alla Mobilità, non ci sta a passare per fesso. Da due giorni i consiglieri capitolini e municipali di Azione accusano il Pd di avere sbugiardato l’assessore sul futuro della Tva (acronimo che sta per Termini-Vaticano-Aurelio), la tramvia che collegherà la stazione Termini al quartiere Aurelio  attraversando un pezzo sostanzioso di centro storico. L’opera, nei mesi scorsi, ha fatto parecchio discutere la città. Anche per questo l’assessore aveva aperto un tavolo di consultazione ad associazione e cittadini che ha raccolto diverse richieste di miglioramento del progetto. Si va dall’ipotesi di riservare la corsia della tramvia esclusivamente al tram (escludendo quindi taxi, Ncc, etc), alla piantumazione di alberi lungo il percorso, fino all’adozione di sistemi antivibranti per evitare danni agli edifici del centro. Quelle richieste sono state recepite dal documento finale del tavolo firmato dall’assessore (un atto che, è bene precisarlo, non pone però alcun vincolo giuridico). Martedì Azione ha presentato una mozione in Assemblea capitolina che conteneva in pratica le stesse richieste, oltre all’istituzioni di un osservatorio sull’opera. Il Pd però, astenendosi durante il voto, ha di fatto bocciato il documento. “La mozione ha un valore politicamente vincolante per la giunta e il Pd non ha voluto approvare quell’atto, perché? Vogliono lasciare il progetto così com’è?”, si chiedono la consigliera capitolina di Azione Flavia De Gregorio e la collega del I Municipio Maurizia Cicconi. La risposta di Patanè è piuttosto seccata: “Con il gruppo del Pd abbiamo deciso per l’astensione perché quelle proposte, che pure sono giuste,  sono esattamente quelle che ho raccolto. Quel lavoro lo abbiamo fatto noi, loro con una mozione hanno cercato in modo molto scorretto di appropiarsene”. 

 


E d’altronde la bocciatura della mozione si prestava anche a letture maliziose. La tramvia, è noto, non convince tutti nel Pd. Alcuni mesi fa fecero rumore le prese di posizione di esponenti di spicco del partito romano. Da un lato quella di Mario Ciarla, consigliere regionale  molto vicino  al sindaco Roberto Gualtieri, che chiedeva “una riflessione approfondita”.  Dall’altro le dichiarazioni dell’ex assessore e oggi deputato dem Roberto Morassut che bollava la tramvia come “un’opera costosa e superata”. Dovette intervenire nel corso di un consiglio straordinario direttamente il sindaco Gualtieri: “Andiamo avanti”. Parole che oggi Patanè conferma. E d’altronde è anche vero che la gara d’appalto integrato  è stata aggiudicata, i contratti firmati. Insomma, sarebbe davvero complicato tornare indietro. Quel che resta dunque da capire sono i tempi e le modalità con le quali l’opera verrà realizzata. Il secondo punto ha scatenato la polemica tra calendiani e Pd. Per quanto riguarda i tempi invece la questione è più complessa. L’azienda che ha vinto la gara deve ancora stilare il progetto esecutivo (quello che dovrebbe recepire le proposte di associazioni e cittadini), ma poi cosa accadrà? In teoria parte del finanziamento della tramvia arrivava dal Pnrr, c’era insomma fretta di iniziare la cantierizzazione per finirla entro giugno 2026.  La cosa però era piuttosto complicata:  il cantiere, che passerà per il centro storico e per piazza Venezia (dove già insiste quello della metro C), avrebbe scontato la sospensione di un anno a causa del Giubileo. Non sarebbe dunque finito in tempo.  Così nei mesi scorsi si è scelto di spostare i fondi Pnrr verso la tramvia Palmiro Togliatti, mentre sulla Tva sono stati dirottati i fondi non legati al piano europeo. Si è anche capito che non si partirà dalla tratta Termini-Venzia, ma dall’altro capolinea, quello di piazza Giureconsulti. Ma c’è anche una seconda questione sulla quale a palazzo Senatorio si sta senz’altro già ragionando. Il Giubileo ha portato ad aprire centinaia di cantieri in tutta la città, ma costringerà, una volta aperta la porta santa, a sospendere diversi lavori per oltre un anno. E proprio a ridosso della scadenza delle opere Pnrr. Insomma, quando il Giubileo terminerà a dicembre 2025 ci saranno   sei mesi, fino a giugno 2026, per recuperare il tempo perduto.  Saranno dunque mesi densi di cantieri, proprio a ridosso della scadenza elettorale. E’ noto che Gualtieri sogni il secondo mandato. Troppi lavori prima del voto sono un grosso rischio. E’ probabile dunque che il primo lotto della Tva, quello del centro, quello che si interseca anche con i lavori della metro C, non partirà prima delle prossime elezioni amministrative.