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Roma Capoccia

Grandi progetti al Flaminio, il quartiere che sogna in grande

Lorenzo Marini

Il Flaminio è uno dei quartieri più amati dai romani. Vicino al centro ma senza essere centro, con un suo orgoglio e una sua identità, il quartiere sempre più borghese non perde l’afflato popolare

Da qui a qualche anno potrebbe diventare il quartiere più attrattivo della città. Trastevere? Puah! Testaccio? Ma va’! Monti? Ma de che? Parliamo del Flaminio, che è al centro del più grande affare di rigenerazione urbana del 2024. La trasformazione delle ex caserme di via Guido Reni, il Grande Maxxi, il restyling del Villaggio Olimpico, la ristrutturazione dell’Auditorium e il PalaTiziano da poco riaperto. Con l’incognita dello stadio Flaminio. Nato nel 1911 e istituito ufficialmente nel 1921, il Flaminio è uno dei quartieri più amati dai romani: vicino al centro ma senza essere centro, con un suo orgoglio e una sua identità, sempre più borghese ma senza perdere l’afflato popolare, come dimostra quel gioiello urbanistico-architettonico di piazza Perin Del Vaga. Ma l’intera zona è costellata da piccole perle, come l’incantevole “Little London”. C’è gente che farebbe di tutto per un appartamento nel comprensorio di Villa Riccio.


Il progetto più importante è la rigenerazione delle ex caserme di Via Guido Reni, 45 mila metri quadrati finora di proprietà di Cassa depositi e prestiti, dove sorgerà il Museo della Scienza: 75 milioni che si ripagheranno in parte (35-40 milioni) con il progetto di edilizia privata (25 mila mq) messa a bando e dove concorreranno gruppi importanti come Coima (la società di Manfredi Catella che a Milano ha realizzato piazza Gae Aulenti e Bosco verticale), Hines, Generali Real Estate, Dea Capital e Fabrica Immobiliare. Le manifestazioni di interesse sono state depositate e l’asta è slittata a marzo. Il resto lo metterà il Campidoglio. Il 20% delle abitazioni farà parte di un progetto di edilizia convenzionata (housing sociale), con gli immobili a prezzo calmierato. Poi ci saranno 7 mila mq per un hotel e 3 mila per negozi, un percorso pedonale, un giardino, una biblioteca, spazi di co-working e una piazza. Nel progetto c’è pura una vela, che però, visto quella di Calatrava per il nuoto, forse non porta fortuna. “Sarà un luogo aperto a tutti i cittadini, un quartiere nel quartiere. Questa era la mission del progetto originario di Paola Viganò, poi bloccato con l’arrivo dell’amministrazione Raggi. Ora siamo ripartiti”, spiega Giovanni Caudo, urbanista ed ex assessore della giunta Marino, attuale presidente della commissione del Campidoglio per il Pnrr. Tutto potrebbe realizzarsi in 4-6 anni, ma nessuno ci scommetterebbe: siamo pur sempre a Roma, dove basta il cambio di sindaco per bloccare tutto di nuovo.


Esattamente di fronte c’è il Maxxi, da novembre 2022 guidato da Alessandro Giuli, mentre il progetto di Grande Maxxi, una nuova struttura adiacente, era stato approvato da Giovanna Melandri. L’ampliamento dell’opera di Zaha Hadid, vinto dallo studio italo-francese Lan, prevede una nuova struttura piuttosto tradizionale, con cemento, vetro, alberi e giardino pensile (“Maxxi Green”), con un primo contributo di 20 milioni da parte del ministero delle Infrastrutture e il restante, altri 20, dal Mic. Resta l’incognita sull’utilizzo: si parla di mostre collaterali e laboratori. Staremo a vedere. A 21 anni dall’inaugurazione, sarà restaurato anche l’Auditorium. Il piano, presentato a dicembre, sarà realizzato dallo studio Piano insieme ad Alvisi-Kirimoto, un bel connubio tra architettura italiana (Massimo Alvisi) e giapponese (Junko Kirimoto). Previsto il restauro delle cupole, i famosi “scarabei”, e una nuova impostazione per l’area pedonale. “Sarà più godibile la fruizione (circa 600 mila persone l’anno, ndr) e la struttura diventerà un tutt’uno con le aree limitrofe: Villaggio Olimpico e quartiere Flaminio”, viene spiegato.


A tal proposito, e Claudio Lotito permettendo, si sta pensando di legare lo Stadio Flaminio all’Auditorium. “Lo stadio potrebbe diventare un’arena perfetta per i concerti all’aperto gestita da Musica per Roma, da affiancare alla Cavea”, osserva ancora Caudo. Novità pure per il Villaggio Olimpico: il Campidoglio stanzierà 1,5 milioni per cambio di viabilità, parcheggi, strade pedonali, un giardino urbano, un ascensore panoramico e pure un laghetto artificiale. Ci sono due progetti ma ancora non si è scelto. Ha riaperto da poco, invece, il PalaTiziano di Pier Luigi Nervi. Ma senza basket di livello a Roma, non se n’è accorto quasi nessuno.  
 

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