Roma Capoccia
Il bando per il 5G fa litigare il Campidoglio con Tim, Vodafone e le altre telco
Il comune vince contro i ricorsi al Tar degli operatori, ma sono loro che dovranno usare la rete che sarà realizzata da un'azienda canadese
E’ lo scontro che non ti aspetti. Da una parte il Campidoglio e il sindaco Roberto Gualtieri, dall’altra tutte le principali imprese di telecomunicazione che operano in Italia: Tim, Vodafone, Wind-Tre e Illiad. La ragione del litigio? Il bando per portare a Roma entro il Giubileo la rete 5G. Un project financing da quasi 100 milioni di euro, di cui 20 di fondi Pnrr, che è stato aggiudicato dalla canadese Boldyn Networks. L’azienda dovrà garantire alla capitale una rete 5G, wifi e internet of things in metro e nei principali luoghi pubblici. In particolare, l’obiettivo da cronoprogramma è quello di coprire con la nuova rete, entro giugno 2025, l’intero percorso della metro A, il 75 per cento di quello della linea B e il 50 della C. E’ proprio sulla copertura di rete delle metropolitane che si consuma lo scontro. Gli operatori hanno previsto anche nei loro piani d’investimento di portare il 5G dentro le metro romane, anche perché negli anni hanno già investito ingenti somme per la copertura wireless della rete metropolitana. Insomma, dicono in soldoni, la rete la faremo lo stesso, e verrebbe inutilmente raddoppiata, oltre a non essere integrata con la infrastrutture principali che sono già principalmente di Tim e Vodafone. Inoltre, gli operatori che sfruttano la rete dovrebbero essere proprio quelli che hanno tutta l’intenzione di utilizzare la propria. A chi offrirebbe dunque il servizio la Boldyn Networks?
Da Tim a Vodafone tutti hanno fatto ricorso a Tar contro il bando del Campidoglio. Il tribunale però ha dato ragione al comune. “Se si leggono le sentenze – spiegano da Palazzo Senatorio – si capisce che noi siamo stati non solo legittimati, ma quasi obbligati a intervenire perché c’era una carenza del servizio. Siamo intervenuti, può sembrare paradossale, anche per aiutare gli operatori che, pur avendo pianificato gli investimenti, lo avevano fatto in un arco temporale lungo, mentre per il Giubileo, anche per ragioni di sicurezza, a noi questa rete serviva prima”. Dal Campidoglio comunque si cerca di evitare il raddoppio della rete. Si spera nel vantaggio finanziaro offerto agli operatori: l’uso di quella della telco canadese potrebbe avere un prezzo molto competitivo. Dal canto loro gli operatori pensano che i tempi dei loro piani d’investimento dipendono anche dai costi che hanno dovuto sopportare per garantirsi a livello nazionale le frequenze su cui passa la tecnologia 5G. Insomma, quello di Gualtieri è stato vissuto come uno sgarbo.
Dopo il concorso, il nulla?