Giuseppe Conte e Virginia Raggi (Ansa)

Ambientalismo e misteri

La piazza a Roma contro l'inceneritore, fra cambi di location e Virginia Raggi

Marianna Rizzini

La scena la prende l'ex sindaca di Roma, pur senza grancassa. Mentre le parole dure di Conte prima della conferenza stampa di Schlein hanno l’effetto di compattare il Pd: in pochi però scommettono sulla fine del dibattito interno

Doveva essere il giorno in cui i Cinque Stelle, Legambiente, Avs, e altri gruppi ambientalisti scendevano in piazza per dire “no all’inceneritore di Roma e sì a economia circolare, salute e ambiente”. Doveva essere il giorno del braccio di ferro a distanza Giuseppe Conte-Elly Schlein con il sindaco Roberto Gualtieri e il progetto del termovalorizzatore in mezzo. Fatto sta che le parole dure di Conte, piovendo sulla prima conferenza stampa di Schlein, hanno l’effetto di compattare il Pd. “Il termovalorizzatore di Roma? Scelta già fatta, votiamo no all’odg del M5s”, diceva infatti la neo segretaria Pd, mentre attorno alla piazza si creava un piccolo mistero. La manifestazione, si apprendeva infatti a un certo punto, non era più prevista per le 17 in Campidoglio, ma per le 15 in piazza Madonna di Loreto, forse per la contemporanea presenza della squadra di ispettori Expo. Alcuni dei manifestanti dubitavano.

La capogruppo m5s in Comune Linda Meleo diceva che il cambio di location “è sembrato a tutti un buon pretesto per non affrontare la piazza”. La scena la prendeva, pur senza grancassa, l’ex sindaca Virginia Raggi: “È importante essere qui non solo oggi, ma tutti i giorni, per sollevare dubbi rispetto a questa tecnologia che è vecchia e superata. Avendo opzioni alternative, l’accanimento con cui si porta avanti l’inceneritore da parte del Pd nasconde altro: non c’è una vera e propria volontà di chiudere il ciclo dei rifiuti, ma di portare avanti questo tipo di impianti per interessi diversi, che nulla hanno a che vedere con il rispetto dell’ambiente alle e la tutela della salute di cui si riempiono la bocca nel Pd”, diceva Raggi mentre in piazza comparivano manifesti con la scritta “no all’inceneritore” e qualche fumogeno.

Parlava il sindaco di Albano (“non ci hanno mai chiamati”). E c’era chi (sempre Raggi) faceva distinguo tra la posizione di Angelo Bonelli, lì presente, e degli altri Verdi. E Bonelli, in piazza con Nicola Fratoiann, ribadiva la propria opinione contrarissima: “L’Acea ha mandato in gara il bando per l’ampliamento dell’inceneritore di San Vittore che arriverà a 450 mila tonnellate. Di cosa stiamo parlando? Vogliamo per caso realizzare nel Lazio un polo di attrazione dei rifiuti da fuori per creare un grande business? Diciamolo chiaramente. Noi non siamo d’accordo”. Intanto dal Pd nazionale arrivava la suddetta risposta di Schlein, ma in pochi scommettevano sulla fine del dibattito interno sul tema (a partire dalla direzione di oggi).

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.