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Roma Capoccia

Raggi e Gualtieri, ecco perché sindaco ed ex sindaca sono i guastatori del dialogo Pd-M5s

Domenico Di Sanzo

L'ex sindaca spera che Elly Schlein tolga linfa vitale al neo-progressismo di Conte e lo faccia schiantare alle elezioni europee dell’anno prossimo

Giuseppe Conte ed Elly Schlein si abbracciano a Firenze. Il Pd e il M5s si dividono a Roma. L’uomo e la donna che possono rovinare l’istantanea del corteo antifascista di Firenze, già foto simbolica della riconciliazione rossogialla, si trovano entrambi al Campidoglio. Uno fa il sindaco, l’altra la consigliera di opposizione. Roberto Gualtieri e Virginia Raggi sono i due guastatori del dialogo, le falle nel sistema del campo largo. Lei è tornata a parlare e tesse la sua tela a partire dal “Raggio magico” della Capitale.

   

Raggi spera che la nuova segretaria dem tolga linfa vitale al neo-progressismo di Conte e lo faccia schiantare alle elezioni europee dell’anno prossimo. “Perciò ha interrotto il silenzio per congratularsi con la Schlein, è la sua carta per mettere in discussione Conte”, dicono i maligni nel M5s. L’ex sindaca è sempre stata contraria a una coalizione con il Pd e lo è tuttora. Il gruppo consiliare dei grillini in Assemblea Capitolina è l’avamposto degli ortodossi. Non a caso, oltre a Raggi, in questi giorni è salito sulle barricate nazionali della difesa del Reddito di Cittadinanza anche il suo fedelissimo Paolo Ferrara, membro del consiglio nazionale del M5s, Vicepresidente dell’Assemblea Capitolina. “Più che una Mia è un Miasma”, ha detto ieri Ferrara. L’obiettivo è parlare alla pancia del grillismo a partire da Roma. Dove Raggi controlla saldamente i consiglieri comunali e si rivolge alla società civile con la Lista Civica che porta il suo cognome. In Comune è opposizione al Pd senza sconti. Dalle richieste di dimissioni per l’assessore Monica Lucarelli sul caso di Camilla Marianera alle polemiche sullo stop di Gualtieri alle auto storiche nella nuova Ztl. Senza dimenticare il termovalorizzatore.

   

Quello che il M5s chiama “inceneritore” è l’altra nemesi romana di chi spinge per un’alleanza rossogialla. Schlein, in linea di principio, è contraria, almeno stando a ciò che si legge nella sua mozione. La segretaria a Che tempo Che fa ha preso tempo, strizzando l’occhio “agli amministratori locali”. E al Campidoglio temono che si sia riferita anche ai venti sindaci del Lazio - di cui due del Pd e altri cinque di centrosinistra - che hanno scritto a Gualtieri per dire no all’impianto a Santa Palomba. Il sindaco, che ha sostenuto Stefano Bonaccini, tira dritto e va avanti con il termovalorizzatore. È Roma il macigno sull’alleanza futura tra Schlein e Conte.

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