La protesta contro la Bolkestein, la scorsa settimana in piazza della Repubblica a Roma (Ansa)

Roma Capoccia

Dalla Bolkestein al lago dell'ex Snia: tanto rumore per nulla

La protesta degli ambulanti che solo una settimana fa avevano bloccato la città e i comitati di quartiere contro l’“ecocidio”. Proteste durate poco

Ci si allarma e ci si calma, si protesta e niente resta. A volte va così. La cronaca procede per rime e finisce spesso in tanto rumore per nulla. Due storie diverse che sono durate neanche una settimana. Da un lato c’è la protesta degli ambulanti che solo una settimana fa aveva bloccato la città. Accampanti in mezzo al grande raccordo anulare i manifestanti avevano mandato in tilt  il traffico della Capitale. Il bersaglio della protesta era la sindaca Virginia Raggi che grazie a un parere dell’Antitrust aveva preso una decisione forte: non rinnovare le licenze scadute al 31 dicembre a oltre 3mila ambulanti della città per metterle a gara in applicazione della direttiva Bolkestein. Tutto in barba ad una proroga al 2032 che fu inserita nel decreto Rilancio del Conte Bis. 

 

Neanche una settimana e a placare le ire degli ambulanti ci ha pensato il Parlamento. Come promesso dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti nel decreto Sostegni è stato inserito un emendamento per prorogare il rinnovo delle licenze fino a 90 giorni dalla fine dello stato d’emergenza fissato ad oggi al 31 luglio (dunque fino a ottobre). Sindaca scavalcata, quindi, e nessun cambiamento effettivo.
Storia diversissima ma parallela quella del lago Bullicante sui terreni dell’ex fabbrica di viscosa della Snia sulla Prenestina. I comitati di quartiere si erano allarmati. Il privato che possiede ancora una parte dell’area proprio a pochi passi dal lago aveva deciso di iniziare con abbattimenti d’alberi e sbancamenti. “Un ecocidio”, come lo avevano definito i cittadini indignati che da anni si battono perché il comune o la Regione procedano con l’esproprio anche di quell’area per evitare che qualcosa possa distruggere il precario ecosistema che si è creato in uno dei quartieri più popolati e cementificati della città. 

 

I tagli al verde erano stati possibili anche grazie al fatto che l’area privata non fa parte del perimetro di Monumento naturale che la Regione Lazio ha istituito per l’area del lago e che prevede precisi vincoli paesaggistici. Neanche una settimana e anche qui la vicenda si è risolta. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti lo ha annunciato su Facebook: “La Regione Lazio ha dato l’ok alla proposta, avanzata da Roma Natura di ampliamento del perimetro del Monumento Naturale lago Ex Snia”. Anche qui, dunque, tanto rumore per nulla.

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