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Tra Vangelo e Juventus

La Gran Sottana

In curia piace la modifica del Papa al catechismo. Ma, come dice un monsignore, “c’è un ma”

La piccola suora si scusa per il trambusto, mi dice che il salotto è occupato dal tecnico che sta installando al vescovo il nuovo impianto SkyQ: “Sa, è per le partite del calcio”, dice. Poco dopo entra il monsignore, preoccupato più per il wifi funzionante che per le acque tormentate in cui naviga la chiesa. Lui non lo nega affatto, ma abbozza un sorriso che sa di conferma. Gli chiedo che ne pensi della modifica al catechismo che prevede l’inaccettabilità assoluta e definitiva della pena di morte. “Assolutamente condivisibile, anche perché la decisione del Papa è figlia di un percorso durato almeno due decenni. Era inevitabile ed è tutto giusto. Però”. Ah, c’è un però? “Le motivazioni addotte mi hanno lasciato perplesso. Sarebbe bastato citare il Vangelo e non le mutate condizioni dei tempi correnti, leggi, sentimenti, società che cambiano. Un cambiamento di dottrina così importante e sacrosanto dovrebbe essere accompagnato da valutazioni che non siano prodotto dello spirito del tempo”. Insomma, critica il Papa? “No, ma questa tendenza di calare tutto nella contemporaneità spicciola fa riflettere, almeno me”.

 

Entra la suora e dice che il collegamento tra parabola, wifi e decoder vari funziona alla perfezione. Domando al vescovo per che squadra tifi: “Juventus”, risponde sicuro con un sorriso soddisfatto. Sulla pena di morte, insomma, qualche dubbio sulla decisione presa c’è. Ma di chi è la “colpa”? “Le direi che la colpa è dei tempi in cui viviamo, della voglia di portare tutto su un piano secolare, lasciando da parte certi princìpi ai quali dovremmo tutti tenere”.

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