Pier Paolo Pasolini (foto d'archivio LaPresse)

pulci di notte

Pasolini è morto prima, ma Abbado è vivo

Le notti insonni di Lorenzetto a far le pulci ai giornali tra spiritismi ed espressioni anfibologiche

  • Spiritismo. “Sul palco di Atreju, Federico Mollicone ha detto che ‘Pasolini sarebbe onorato di essere accostato a Kirk’. Insomma, PPP è stato pigiato nel Pantheon della destra, a 53 anni dalla sua morte, attraverso una seduta spiritica”. Questo l’incipit della rubrica Padiglione Italia, tenuta da Aldo Grasso sulla prima pagina del Corriere della Sera. Si è portato avanti con il lavoro Atreju oppure Grasso ha previsto il futuro nel corso della medesima seduta spiritica? I 53 anni dalla morte di Pasolini cadranno solo nel 2028. [14 dicembre 2025]

 

  • Abbado. Maurizio Crosetti sulla Repubblica intervista Fabio Capello in occasione della prima della Scala e gli fa dire: “Claudio Abbado, grande milanista, è da anni un mio buon amico: quand’era direttore dei Berliner mi invitò, ma purtroppo non riuscii mai ad andare a sentirlo in Germania”. Nonostante la miracolosa risurrezione operata da Crosetti, l’amicizia fra i due prosegue giocoforza nel cimitero della chiesetta quattrocentesca di Crasta, in Engadina (Cantone dei Grigioni, Svizzera), dove riposano le ceneri del direttore d’orchestra. Essendo infatti deceduto il 20 gennaio 2014, il maestro Abbado era, più che è, buon amico dell’ex allenatore del Milan. [10 dicembre 2025]

 

  • Forze. Dall’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore di Panorama: “Ma se poi il criminale è rimesso in libertà, di forze di polizia se ne possono avere anche mille ogni 100 mila abitanti e le cose non cambiano”. Tenuto conto che in Italia le forze di polizia sono quattro (Polizia di Stato, Arma dei carabinieri, Guardia di finanza, Polizia penitenziaria), passare da 4 a 1.000 ogni 100.000 abitanti, cioè una forza di polizia ogni 100 abitanti, cambierebbe le cose eccome. [26 novembre 2025]

 

  • Strage. Titolone di apertura in prima pagina sulla Repubblica: “Sydney, la strage degli ebrei”. L’espressione è anfibologica perché può essere intesa sia come strage subita dagli ebrei sia come strage compiuta dagli ebrei. Sarebbe bastato evitare la preposizione articolata: “Strage di ebrei”. In italiano il di seguito dall’articolo, o unito a esso, è tipicamente interpretato come agente implicito. [15 dicembre 2025]

 

  • Perimetro. Da Primaonline: “A poche ore dalla decisione dei giornalisti de La Stampa di fermare l’uscita del quotidiano e bloccare gli aggiornamenti online, l’assemblea dei CDR di Repubblica e del gruppo Gedi ha votato per attivare un pacchetto di iniziative ‘a tutela del perimetro delle lavoratrici e dei lavoratori’”. Un tempo i giornalisti si misuravano per la loro statura, adesso per la lunghezza dei lati. [11 dicembre 2025]

 

  • Matematica. Dal sito della Repubblica: “Il leader della Lega ha dichiarato un imponibile pari a 103 mila 524 euro relativo al periodo di imposta 2024. Rispetto all’anno precedente il ‘portafoglio’ del numero uno del Carroccio è un po’ più leggero: per il periodo di imposta 2024, infatti, denunciava al fisco 91mila 975 euro”. A parte l’errore nel periodo di imposta, relativo in entrambi i casi al 2024, e il “mila”, prima con lo spazio davanti e poi senza, a noi sembra che il portafoglio di Matteo Salvini sia diventato un po’ più pesante, non un po’ più leggero: 11.549 euro in più. Rimandati in matematica. [20 novembre 2025]

 

  • Panettone. Titolo dal sito del Corriere della Sera: “Panettone, guida ‘alla milanese’ per la scelta: il burro straniero e i canditi su misura, come assaggiarlo (e ascoltarlo)”. Più difficile capirlo. [23 novembre 2025]

 

  • Bombe carta. Titolo dal sito della Stampa: “Roma, incappucciati tirano bombe carte e imbrattano con le svastiche la scuola”. È ufficiale: la carta (stampata) muore con l’aiuto dei giornalisti. Come prescrive il linguista Luca Serianni (vedere Grammatica italiana, Utet) “in composti come busta paga, uccello mosca, radio pirata, caffè-concerto, in cui i due nomi mantengono una loro autonomia (espressa graficamente dalla mancata univerbazione), si modifica di norma solo il primo elemento: busta paga-buste paga”. Quindi, nel caso della Stampa, “bombe carta”, non il ridicolo “bombe carte”. Sull’esempio, peraltro, citato da Aldo Gabrielli in Dizionario linguistico moderno (Mondadori) per i nomi composti da “capo-” più un sostantivo: “In questi casi si crea piuttosto un plurale ‘ragionato’; si dà cioè la forma plurale a quella delle due parole componenti che appare la più importante. Quando diciamo, per esempio, caporeparto, capostazione, la parola componente più importante è, in entrambi i casi, capo; cioè, intendiamo: il capo del reparto, il capo della stazione; e la seconda non fa che definirla; avremo perciò i plurali capireparto e capistazione”. [7 novembre 2025]

 

  • Dito. Sulla Verità, Mirella Molinaro si occupa del bimbo di 9 anni sgozzato dalla madre a Trieste: “Era il 2023 quando il papà di Giovanni presentò una denuncia contro l’ex moglie perché quello che il figlio gli aveva raccontato dopo un loro incontro era ‘terribile’. ‘Mamma mi strozza’, ‘Mamma mi ha infilato un dito nel sedere’”. Dopo sole 13 righe: “E poi un’altra volta, il bambino riferì al padre che la mamma gli avrebbe infilato un dito nel sedere”. Repetita iuvant? [18 novembre 2025]

 

  • Basta. Una frase attribuita al questore di Como diventa un titolo fra virgolette sul Corriere della Sera: “Violenza sulle donne / Basta girarsi dall’altra parte”. Occhio non vede, cuore non duole? (Se invece voleva essere un’esortazione, era preferibile: “Mai più girarsi dall’altra parte”). [9 novembre 2025]

 

  • Virgole. “Ma per il giudice per le indagini preliminari, aver stabilito che le attività della fondazione sono regolate da norme di diritto privato, consentendo dunque all’ente di operare sul mercato in condizioni di concorrenza e con criteri imprenditoriali, sarebbe incostituzionale”. Così Maurizio Belpietro, direttore della Verità, nell’editoriale di prima pagina, offre un’ulteriore prova del suo conflitto permanente con le virgole. Il segno di punteggiatura posto dopo “preliminari” interrompe l’unità del sintagma preposizionale. Poco oltre, Belpietro osserva: “E che uno stop a un’opera d’interesse pubblico possa diventare un problema d’immagine, per i giudici non sembra d’impedimento”. La virgola dopo “immagine” è sbagliata perché separa il soggetto logico (“che uno stop a un’opera d’interesse pubblico possa diventare un problema d’immagine”) dal predicato verbale (“non sembra d’impedimento”). [7 novembre 2025]

 

  • Russia. Stefano Stefanini sulla Stampa: “Con o senza Pokrovsk, gli ucraini devono essere in grado di continuare a resistere alla Russia negandogli significativi guadagni di territorio”. Il gender dilaga. [12 novembre 2025]