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Preghiera

La guida Michelin (con le sue stelle) celebra la dissipazione dell'italianità

Camillo Langone

Il nuovo tristellato dell’edizione 2026 è un ristorante di Serralunga d’Alba, dal nome grosso modo italiano, solo che il menù di punta si chiama Mad100%. Un’italianità sempre più scintillante e sempre meno italiana

La guida francese che giudica la cucina italiana a beneficio dei benestanti apolidi, insomma la Michelin, presentata a pochi metri da dove sto scrivendo, insomma a Parma, mi si è subito palesata con la mail giubilante di un neostellato, il Luca’s Restaurant by Paulo Airaudo. Da patriota mi è passato l’appetito. La guida francese è sgradevolmente anglofona: c’è il premio Opening of the Year, il premio Young Chef Award, il premio Non-Ricordo-Cosa-Award… Il nuovo tristellato dell’edizione 2026 è un ristorante di Serralunga d’Alba dal nome grosso modo italiano, solo che il menù di punta si chiama Mad100%, l’abbinamento vini è definito Rarity e al momento del dolce al posto del Bonet ti arriva il Thay-Siam (“palet di mango confit impregnato al frutto della passione e banana, spuma al cocco e sticky rice”, qualunque cosa significhi). Sarei pazzo a metterci piede, tradirei me stesso e gli eroi della tradizione, i campioni del territorio, i locali della cucina vernacolare come Tra l’uss e l’asa (“sulla soglia”, in parmigiano stretto), sempre qui a pochi metri, dove mi hanno appena portato dei meravigliosi anolini in brodo. Mi è subito tornato l’appetito: eccola qui, fumante nella zuppiera, la cucina italiana patrimonio dell’umanità. Mentre al Teatro Regio andava in scena la cucina Michelin dissipazione dell’italianità.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).