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Preghiera
Elogio del minestrone
La guida Osterie d'Italia di Slow Food ha decretato un minestrone piatto dell'anno. Solo pochi giorni fa un amico mi aveva proposto di aprire un locale specializzato in zuppe e minestre, una proposta romanticamente inattuale e ineconomica, fuori dal mondo e fuori dal tempo. E dunque bellissima
Soltanto l’altro giorno Giovanni Gregoletto, vignaiolo e sognatore, mi proponeva di aprire insieme un locale da chiamare “Minestrone”, specializzato in zuppe e minestre, contro la spaghettizzazione dei centri storici, contro le carbonare e le amatriciane ma pure contro noodles e ramen (sempre spaghetti sono), ed ecco che un minestrone viene decretato piatto dell’anno dalla guida Osterie d’Italia di Slow Food. Come gli sarà venuto in mente ai guidaroli? Che senso ha?
La proposta di Gregoletto era romanticamente inattuale e ineconomica, un buon modo per perdere soldi. Perché il minestrone non attira: troppo tradizionale, troppo familiare, né straniero né romano ma italiano. Tuttavia per la guida è il piatto dell’anno. Hanno premiato, per la precisione, il minestrone alla genovese di Caccia C’a Bugge di Campo Ligure, osteria che, per giunta, pone un mucchio di difficoltà linguistiche e logistiche: come si scrive? Come si pronuncia? Cosa significa? Dove si trova esattamente? E inoltre: esiste ancora la Liguria? Non si era estinta? Leggo che a Campo Ligure “sembra di essere fuori dal mondo” e non ne dubito, se fanno il minestrone. Fuori dal mondo e fuori dal tempo. Dunque il posto dove stare ora.