
Preghiera
Ginzburg contro i lupi buoni nei libri per bambini, Salvemini contro Napoli e tanto altro
Un'antologia delle 1441 pagine di "Saggisti italiani del Novecento" un'antologia monumentale dei nostri Alfonso Berardinelli e Matteo Marchesini
Non è un libro, è un sequestro: 1441 pagine! Per giunta senza quella copertina rigida che l’avrebbe reso vagamente maneggevole. Eppure “Saggisti italiani del Novecento”, a cura dei nostri Alfonso Berardinelli e Matteo Marchesini, edito da Quodlibet, me lo sono letto. Non tutto ovviamente (Gramsci e Calvino leggeteli voi, e poi non ci trovo nulla in Cecchi e Debenedetti, e non ci trovo più nulla in Praz, e non ci trovo più nulla di buono in Longhi), ma in gran parte. Ecco la mia antologia di questa antologia monumentale. Notevoli Salvemini contro l’università e contro Napoli (altro che Francesca Albanese!), Silone contro il comunismo, Zolla contro il cinema, Borgese contro Croce che ne esce male e Gentile che ne esce malissimo, Berardinelli contro i filosofi fumogeni Heidegger, Derrida, Severino... E Savinio su Europa e Asia, Tirreno e Adriatico (un tema, oggi, di Geminello Alvi). Notevolissima, la mia preferita, Natalia Ginzburg che stronca una collana per bambini pubblicata dall’amico Giulio Einaudi, favole paradisneyane con falsi lupi simpatici: “Si possono sfamare quanto si vuole, restano lupi e usano mangiare gli uomini. Non vedo quale vantaggio abbiano i bambini a non aver più paura dei lupi. E’ un errore credere che la paura sia un male”. Laggiù nel Novecento, quando ancora poteva esistere la critica, e il lupo cattivo.