
Copertina de "L'Italia e l'anima dell'Oriente" di G. Alvi (La Nave di Teseo, 2025)
Preghiera
Geminello Alvi, letterato ma anche il miglior fabbro
Leggere "L'Italia e l'anima dell'Oriente": il Risorgimento come affossamento dell'universalità romana, il Fascismo come compimento e fallimento del Risorgimento, il Turismo come fine della civiltà, e soprattutto del centro di Roma
Leggo Geminello Alvi e risento Dante e risento Leopardi e mi riviene voglia di far letteratura. Leggo “L’Italia e l’anima dell’Oriente” (La nave di Teseo) che è riscrittura di “Ai padri perdòno”, capolavoro diaristico, con un capitolo del tutto nuovo dedicato all’Italia del 2025 e di sempre, contenente passaggi sublimi su Risorgimento, Fascismo e Turismo. Sul Risorgimento come affossamento dell’universalità romana e italiana: “I meglio: Belli, Gregorovius, Collodi, Tommaseo riconoscono il disastro dell’Italia unita dai Savoia e la sanno nociva”.
Sul Fascismo come compimento e fallimento del Risorgimento, convincente tesi anticrociana che mi ricorda pure Giustino Fortunato. Sul Turismo come Fine della Civiltà e in particolare del centro di Roma: “Non più mestieri, operosi e sornioni. Adesso rivendite d’islamici, e baretti globalizzati ma in obbedienza alle direttive europee. E per cosa? Immonde cacio e pepe, di estranei finti cuochi, per nutrire una sciagura di turisti, pascolanti”. Leggo Geminello Alvi che “è economista e letterato, e risiede nelle Marche” e oggi in Italia è il miglior fabbro.