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Preghiera

Gaza Riviera e il Bosco Verticale

Camillo Langone

Stefano Boeri afferma che il l'opera milanese sarebbe il contrario di quanto Trump progetta di fare nella Striscia perché "promuove l'armonia con la natura e con la storia dei luoghi". Ma quel torracchione ha a che fare con la natura come un vaso di gerani con la foresta amazzonica

Gaza, sempre Gaza, assurdissimamente Gaza. La flotilla avanza, o arranca, aggiungendo l’ingrediente comico (“Riusciranno i nostri eroi...”) a una tragedia che a volte sembra Bibbia (Giudici, Primo Samuele) e a volte Macbeth: “Una storia raccontata da un idiota, piena di rumore e furia, che non significa nulla”. Ora mi domando il significato delle parole di Stefano Boeri contro il progetto americano di Gaza Riviera, colpevole di citare il Bosco Verticale.

A parte che il Bosco Verticale è immaginario collettivo, dunque perfino trumpiano, dovrebbe essere soddisfatto che i renderisti Usa non si siano ispirati al suo ispiratore, l’architetto argentino Emilio Ambasz. Così gli innumerevoli, ignorantissimi laudatori possono continuare a pensare che i giardini pensili li abbia inventati lui, l’architetto milanese secondo il quale il Bosco Verticale è il contrario di Gaza Riviera perché “promuove l’armonia con la natura e con la storia dei luoghi”. L’affermazione è molto scespiriana: quel torracchione ha a che fare con la natura come un vaso di gerani con la foresta amazzonica, e i suoi 111 metri sono più che una disarmonia, sono un oltraggio alla Madonnina (108 metri) ossia alla storia di Milano e al cristianesimo tutto. La verità è che proprio a Gaza il Bosco Verticale sarebbe perfetto: sicuramente meglio delle macerie.
 

  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).