
LaPresse
Preghiera
La commozione per Pippo Baudo e per i monumenti che crollano
Non l'ho mai conosciuto, delle sue scoperte musicali faccio a meno, e per la televisione provo aristocratico disgusto. Eppure mi commuovo per una lunga vita, una lunga carriera che è comunque troppo breve
Sant’Agostino, come hai scritto nella “Città di Dio” “tutto ciò che finisce è troppo breve”. Anch’io, che a differenza di mille altri non sono stato inventato da Pippo Baudo (io sono stato inventato da Giuliano Ferrara), che non ho mai conosciuto Pippo Baudo né ho mai desiderato conoscerlo, che delle scoperte musicali baudiane faccio tranquillamente a meno, che per la televisione provo aristocratico disgusto, oggi sono commosso. Sia per la comune condizione mortale, la campana suona per tutti, sia perché è crollato un monumento.
Come ha scritto Marc Augé il monumento è “l’espressione tangibile della permanenza. Permette di pensare la continuità delle generazioni”. Ma anche i monumenti crollano, anche una lunga vita, una lunga carriera sono troppo brevi. E comunque la continuità si era già spezzata, la Rai che fu nazionalpopolare ora è soltanto senile... Inoltre mi commuove la volontà di tornare infine nel proprio paese, nel santuario di Santa Maria della Stella dove forse fu battezzato. Con il suo funerale Pippo Baudo fa una dichiarazione sorprendente, ammirevole, rara: l’Origine è più importante di Roma (altro che Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo!). Tutto è troppo breve ma tutto può avere un senso.