Eleonora Duse interpreta Francesca da Polenta nella tragedia 'Francesca da Rimini' (Getty)

Preghiera

Un appello al ritorno del cinema muto

Camillo Langone

Al Festival di Cannes hanno sfiducia nei film quindi attirano l'attenzione con appelli, dichiarazioni, indignazioni. La cornice ha divorato il quadro, forse perchè sul quadro non c'è niente da dire 

Per un cinema muto. Non penso proprio di andare a Cannes, e non soltanto a causa di misantropia, misoginia, misandria (le avversioni le ho tutte). Al Festival, così come in analoghe rassegne, a dire il vero, mostrano di avere sfiducia nei film, non credono siano sufficientemente eloquenti ed eccoli dunque attirare l'attenzione con appelli, dichiarazioni, indignazioni. E pensare che Hithcock gli attori li chiamava “bestiame”… Insomma il contorno si è mangiato il piatto forte, la cornice ha divorato il quadro.

Quest’anno però hanno vietato le scarpe da ginnastica, è una buona notizia, se non altro hanno imboccato la strada della redenzione estetica. Proporrei analogo divieto al Salone del Libro di Torino: il culturame sarebbe costretto a darsi una ripulita… Tornando alla Croisette, quando vieteranno anche la parola “Trump” e la parola “Gaza” magari riprenderò ad andare al cinema. D’accordo, sono sogni. Impossibili da realizzarsi come quello di un ritorno al cinema muto: vuoi mettere Eleonora Duse con Juliette Binoche?

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).