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Preghiera

Chi vende caciotte si veste meglio di chi traffica libri

Camillo Langone

A Tuttofood, fiera milanese del cibo, prosperano giacche e cravatte. Se fossi in un salone del libro o in una fiera d'arte, sarebbe una sagra della sciatteria e degli smandrappati. L'industria alimentare è un baluardo culturale

Dio sia lodato: a Tuttofood, la fiera milanese del cibo, la cravatta prospera. Io che mi sento sempre una mosca bianca, passeggiando fra i padiglioni di Rho sono semplicemente uno dei tanti incravattati. Gli uomini se non in cravatta almeno con la giacca, e ovviamente nessuno in braga corta, e le donne tutte vestite bene: come se l’Italia fosse ancora la patria dello stile.

Se anziché in una fiera del cibo fossi in un salone del libro, o in una fiera d’arte, di cravatte ne vedrei pochissime, forse nessuna, e adesso mi troverei fuori posto nella sagra degli smandrappati. Dove la negligenza vestimentaria non sarebbe una citazione bohémien (fra l’altro Verlaine indossava cravattini perfetti). Pare che certe facoltà, certe accademie insegnino innanzitutto la sciatteria. E così l’interesse per la forma sembra ormai prerogativa di chi vende formaggio. Chi distribuisce salami e caciotte è come se avesse un qualche ricordo del greco Kalos kagathos, del bello abbinato al buono, mentre a chi traffica in libri e quadri da troppi anni piace, nichilisticamente, rotolarsi nel brutto e nel cattivo. Si ammiri nell’industria alimentare il baluardo culturale.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).