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Preghiera

Dio è in Toscana. E noi possiamo solo parlare di Vannacci e Scurati

Camillo Langone

L'ultimo libro di Antonio Socci sulla regione che rappresenta la "più straordinaria fioritura della cristianità". Nel 2024, però, in questo presente ateo, siamo bloccati a discutere di altro

“Dio abita in Toscana”, che bel titolo. Appartiene all’ultimo libro di Antonio Socci che non a caso è senese: “Dio abita in Toscana. Viaggio nel cuore cristiano dell’identità occidentale” (Rizzoli). Io che sono ipersensibile al presente, e il presente è ateo, avrei detto che Dio in Toscana abitava. Tanto tempo fa. Invece Socci, più mistico di me, vive nella comunione dei santi e dei secoli e come John Milton che a Vallombrosa intravide il paradiso perduto, come Wagner che nel Duomo di Siena immaginò la Sala del Graal, come Ridley Scott che intorno a Pienza trovò i Campi Elisi, nella sua terra avvista tuttora il settimo cielo. “La Toscana – intendendo in particolare ciò che ha prodotto dal 1200 al 1600 e che è vivo e presente – rappresenta la più straordinaria fioritura della cristianità”. Socci riesce a parlare quotidianamente con Dante e Michelangelo e Santa Caterina da Siena. Vorrei emularlo. Ma io non abito in Toscana, tantomeno nella Toscana eterna. E mi ritrovo inchiodato a questo 2024 e al massimo posso parlare con, o di, Giorgia, Vannacci, Scurati. Me tapino.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).