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Difendere gli esperti maltrattati a Sanremo

Camillo Langone

Il televoto drogato non è riuscito a far vincere Geolier, la vergogna di Napoli. Demoniaca democrazia, stavolta non ce l’hai fatta

Demoniaca democrazia, stavolta non ce l’hai fatta. Ce la facesti nel 33, quando votasti Barabba anziché Gesù. Ce la facesti nel 1932, quando votasti Hitler anziché Brüning. Ce la facesti nel 1946, quando votasti Perón anziché Tamborini. Non ce l’hai fatta nel 2024, nel contesto indubbiamente più floreale di Sanremo, quando hai votato Geolier, la vergogna di Napoli, l’insulto a Murolo e Carosone, Arbore e Pino Daniele. Al festival hanno capito che la democrazia, pericolosa in politica, non è del tutto innocua nemmeno in musica. Come diceva Bernanos “anche i popoli creano mostri, e anzi solo loro sono capaci di crearli”. Geolier ha coverizzato canzoni con versi nocivi quali “aspetto che spari” e “je m’accido si me vuó lassà”, ma soprattutto ha concepito per la canzone sanremese un video spaventoso, orrendo, dove un energumeno munito di pistola spacca porte a forza di pugni. Molto opportunamente il televoto, drogato dal fatto che Napoli è 177 volte più grande di Lagonegro, è stato depotenziato. Dando più peso (altro che uno vale uno) al voto della Sala Stampa, gli esperti, l’élite. Che ha fatto vincere il nostro caro angelo.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).