Massimo Bottura con una Olivetta Lettera 35 all'Osteria Francescana

Preghiera

Pranzare da Massimo Bottura e ringiovanire di dieci anni

Camillo Langone

La mia esperienza all'Osteria Francescana, a Modena, con l'Olivetti Lettera 35: fuochi d'artificio

Per tutti è uno chef, il primo chef italiano. Per me, che non tollero capi, è un maestro: Massimo Bottura. L’altro giorno sono andato a Modena, mi sono presentato all’Osteria Francescana con la mia vecchia Olivetti Lettera 35, mi ha aperto il direttore Giuseppe Palmieri, mi ha fatto accomodare al tavolo di cucina, ha stappato la prima bottiglia ed è arrivato lui, il mio maestro di entusiasmo. “Vecchio leone!”. Maestro di eccellenza e di energia, di sogni continuamente sognati e continuamente realizzati in forma di ristoranti e residenze che il mondo ci invidia. Quindi è partito un pranzo indimenticabile, uno spettacolo, un balletto, una raffica di fuochi d’artificio: il clou quando lui in persona, non il cameriere, si è messo ad affettar tartufo sulla mia scodella di tortellini in salsa di parmigiano...

Alla fine ha preso un pennarello e mi ha fatto firmare la vecchia Olivetti: “A Massimo Bottura, Camillo Langone. Modena 2023”. La macchina da scrivere che era il mio passato, dunque zavorra, per lui è occasione di un volo mentale, di un passaggio alchemico. Gli ho chiesto: qual è il segreto del tuo continuo evolvere? Come hai fatto a non spegnerti come tanti colleghi tuoi coetanei? “Lavorando coi giovani e non trattandoli da esecutori ma da ispiratori”. Io sono uscito dalla Francescana ringiovanito di dieci anni.

  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).