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Prima dell'Esselunga, di divorzio parlava bene Bugaro

Camillo Langone

Ancor più di egoismo, la separazione è entropia. Qualcosa che fa rima con idiozia. Ed è grottesco che ad applaudire lo spot siano innanzitutto i meloniani, seguaci di una donna convivente ma non sposata

“Il mondo stava andando di male in peggio anche per colpa di certi giovanotti deboli, smidollati, che mandavano a puttane le famiglie come fosse bere un bicchier d’acqua. Quarantenni senza coglioni, gente che assecondava il caos”. Non soltanto Ferdinando Camon, anche Romolo Bugaro, altro grande scrittore padovano, lo ha detto prima e lo ha detto meglio. Diciassette anni prima della pubblicità Esselunga (comunque benedetta), nel romanzo “Il labirinto delle passioni perdute” da cui ho tratto il virgolettato. Il divorzio è quella roba lì: ancor più di egoismo, entropia. Qualcosa che fa rima con idiozia. La politica partitica non c’entra molto ed è grottesco che ad applaudire lo spot Esselunga siano innanzitutto i meloniani, seguaci di una donna convivente ma non sposata. C’entra la realtà. Ben nota agli avvocati (Bugaro è un avvocato) e ai lettori della Bibbia: “Io detesto il ripudio, dice il Signore Dio d’Israele” (Malachia 2,16). Almeno uno dei genitori dello spot è detestabile, prego che si ravveda.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).