Riccardo Mannelli nel suo studio, dalla sua pagina Facebook 

preghiera

Quando nessuno si ricorderà dei politici satireggiati, resterà l'arte di Mannelli

Camillo Langone

È il Daumier del XXI secolo, il magnifico disegnatore della nostra decadenza. Nel suo “Satira madre”, si mostra la carta come oasi di libertà

“Satira madre” di Riccardo Mannelli (PaperFirst). Quando nessuno si ricorderà più di Marco Travaglio (il prefatore) né di Tomaso Montanari (il postfatore) né di tutti i politici satireggiati, insomma fra cent’anni o anche meno, molto meno, resterà l’arte di Mannelli. Che è il Daumier del XXI secolo, il magnifico disegnatore della nostra decadenza. Decaduta è la sua umanità, pesanti, lividi, deformi i suoi corpi. Ai suoi nudi si possono togliere le parole, i testi, e tuttavia continuano a parlarci, così come continuano a parlarci i nudi di Schiele e di Guttuso. Si fuma molto, si beve molto, si copula molto nei disegni di questo libro, perciò i futuri storici dell’arte intuiranno che Mannelli proveniva dagli anni Settanta, e ci sono molti tatuaggi e molti smartphone, perciò capiranno che disegnava negli anni Venti. I futuri storici dell’arte scopriranno come le italiane si depilavano. Non ce ne saranno molti altri di simili documenti, siccome il pube realistico può essere stampato ma non postato (Mannelli è uno degli artisti più censurati dai social). “Satira madre” mostra la carta come oasi di libertà, l’arte come sublimazione del più basso contesto.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).