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preghiera

Chissà perché l'Amarone piace tanto

Camillo Langone

Non capisco perché con queste estati calde ci si ostini ad appassire le uve: magari aveva un senso nel 1936, anno di nascita di siffatto vinone costosone, ma ora? E non capisco perché chiamare Amarone un vino che amaro non è

Bevo per dimenticare le direttive europee contro la mia casa e la mia macchina. Bevo una bottiglia di Amarone che mi hanno regalato. Ogni tanto me ne regalano (non compro mai bottiglie con simili prezzi) e ogni tanto riprovo a farmelo piacere, o quantomeno a capirlo: non ci riesco mai. Non capisco perché con queste estati calde ci si ostini ad appassire le uve: magari aveva un senso nel 1936, anno di nascita di siffatto vinone costosone, ma ora? Non capisco perché avendo a disposizione, per l’affinamento, materiali moderni quali l’acciaio o eterni quali la terracotta, ci si ostini a usare il legno, né antico né attuale: vecchiotto. Non capisco perché piacesse tanto a Gianni Mura, perché piaccia tanto a Paolo Massobrio e Jay McInerney. Non capisco perché chiamare Amarone un vino che amaro non è (problema analogo ha il Prosecco, che non è secco). Non capisco perché bere Amarone in una valle in cui esiste il Recioto, in una provincia in cui esiste il Bardolino, in una regione in cui esiste il Raboso frizzante. Non capisco.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).