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preghiera

Il Reggianello placa la mia fame di libertà

Camillo Langone

Non è un parmigiano-reggiano, non è un grana padano, è un grana reggiano ossia un fuori categoria. Come i buoni ristoranti non stellati, i buoni vini non Doc e non Bio, i bei quadri degli artisti senza diploma delle Belle Arti

E’ buono e bello il formaggio Reggianello. Per il buono bisogna fidarsi delle mie papille (è una microproduzione, fuori zona credo sia molto difficile da trovare). Per il bello bisogna condividere questa mia definizione: considero bello ciò che può permettersi di offrirsi senza veli, senza nascondersi, nello specifico, dietro consorzi e certificazioni, attestati e timbri. “Pulchrum est splendor veri”, la bellezza è il fascino del vero diceva San Tommaso, e solo la verità può permettersi di circolare nuda, tale e quale, senza maschera burocratica. Il Reggianello non è un parmigiano-reggiano, non è un grana padano, è un grana reggiano ossia un fuori categoria. Così come il Gran Moravia e il Lodigiano Zucchelli, altri ottimi grana fuori consorzio, fuori dal gregge (o dalla mandria…), il Reggianello placa la mia fame di libertà, la mia sete di singolarità. Così come fanno i buoni ristoranti non stellati, i buoni vini non Doc e non Bio, i bei quadri degli artisti senza diploma delle Belle Arti (o credevate che lo Stato sapesse insegnare a tenere in mano un pennello?).

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).