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preghiera

Quanto ci manca un carnevale sfrenato

Camillo Langone

Non c'è più il mondo capovolto che c'era una volta poco prima della Quaresima: i servi venivano serviti dai padroni, la castità diveniva lussuria, la compostezza burla… Oggi è difficile perfino da concepire in una nazione di appassionati non di maschere bensì di mascherine

Carnevale, dove sei finito? Quando esistevi davvero, quando eri una cosa sfrenata e seria, poco prima della Quaresima rovesciavi le regole sociali. Ne sortiva un mondo capovolto: i servi venivano serviti dai padroni, la castità diveniva lussuria, la compostezza burla… Lo so, sei difficile perfino da concepire in una nazione di appassionati non di maschere bensì di mascherine, i covidomani, ma io sogno lo stesso, voglio immaginare la tua ricomparsa e che questa capovolga l’oppressione statale e globale restituendomi, per qualche giorno, le libertà perdute: la libertà di buttare (a qualsiasi ora!) la spazzatura in un cassonetto, la libertà di pagare sempre e dovunque qualsiasi importo in contanti, la libertà di fare bonifici bancari senza dover fornire umilianti giustificazioni, la libertà di entrare in un museo senza lasciapassare, la libertà di salire su un treno a lunga percorrenza senza prenotazione, la libertà di pubblicare donne nude, la libertà di dire finocchio senza riferirsi all’ortaggio, la libertà di indossare pellicce, la libertà di satireggiare le belle gambone di Emma Marrone, la libertà di ignorare sigle come Pec, Spid, Ztl, la libertà di fumare quantomeno nei parchi, la libertà di mangiare al ristorante la beccaccia e ovunque il sanguinaccio, il fegato di cavallo, il mosciame di delfino… Carnevale, ritorna!

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).