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Alla Biennale di Venezia promuovono la cancellazione dell'umano

Camillo Langone

"Molte artiste e artisti ritraggono la fine dell’antropocentrismo, celebrando una nuova comunione con il non-umano, con l’animale e con la terra", si legge nel comunicato stampa. E il Leone di San Marco lo abbassano al livello del chihuahua

Leone, Leone di San Marco, l’altro giorno per discuterne con gli amici dell’Assemblea nazionale veneta (anzi: Asenblea nasionale veneta) mi sono andato a leggere il comunicato stampa della Biennale di Venezia, incombente edizione 2022: “Molte artiste e artisti ritraggono la fine dell’antropocentrismo, celebrando una nuova comunione con il non-umano, con l’animale e con la terra, esaltando un senso di affinità fra specie e tra l’organico e l’inorganico, tra l’animato e l’inanimato”. Dunque la Biennale di Cecilia Alemani, direttrice grandematerna, con soldi pubblici e con (presumo) l’avallo del consigliere d’amministrazione Luca Zaia, assieme alla distruzione dei confini politici, culturali, linguistici, come da consolidato conformismo del contemporaneo, promuoverà la distruzione dei confini biologici ossia la cancellazione dell’identità umana, lo schiacciamento dell’uomo creato “a somiglianza di Dio” al livello di vermi e ciottoli. Schiacciando anche te, Leone di San Marco, che in questa panteistica, degradante indistinzione verresti abbassato al livello del chihuahua. Prima che ciò accada mangialo, il chihuahua.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).