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Anche i mangiatori di nutrie augurano buone vacanze

Camillo Langone

Come non cedere al peccato dell'ira? Le ferie sono una nichilistica celebrazione del vuoto e ad agosto anche i lettori più estremi diventano come tutti e pronunciano le stesse formule vuote

Vergine Assunta, osserva misericordiosa le mie miserie, liberami dal peccato dell’ira. Mi inferocisco troppo facilmente, lo confesso, e però mi provocano: “Domenica ho provato la nutria allo spiedo (dopo averla personalmente macellata). Non male, ha un retrogusto di erba selvatica. Buone vacanze”. Dunque ad agosto non sono soltanto le persone normali a ferirmi coi loro auguri di buone vacanze, insulti sanguinosi per un antinichilista nemico del vuoto (uno che per giunta riempie una rubrica che da quando esiste non ha mai chiuso per ferie, e che in queste settimane ha una mostra aperta con conferenze annesse…). Ci si mettono anche i mangiatori di nutrie. Ad agosto finanche i lettori più estremi diventano come tutti e pronunciano le stesse formule vuote pronunciate da tutti. Vergine Assunta, tuo figlio ha detto che “chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio”. Ma chi va in vacanza è mio fratello? Non ne sono certo, i vacanzieri mi risultano devoti al Ferragosto, non all’Assunta. Resta che l’ira è brutta e pericolosa: mi sia di esempio la tua mitezza.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).